Lode e Preghiera

Primavera 2023

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Mi chiamo Deborah, mi sono trasferita per studio a Trieste da due anni e all’inizio non sapevo nemmeno dell’esistenze dei Gruppi Biblici Universitari in Italia, anzi, ho sempre pensato che fosse qualcosa di troppo lontano dalla realtà italiana, relegandolo agli ambienti dei college americani.

Ho avuto l’opportunità di vedere un passo alla volta come si è formato il GBU a Trieste; ho visto la dedizione, la preparazione, il coraggio e la determinazione che hanno impiegato i coordinatori nel creare il movimento a Trieste. Il fatto di voler cercare insieme delle soluzioni e dei punti d’incontro è stato fin dall’inizio qualcosa che mi ha colpita in maniera importante, in quanto non c’è un’autorità. Sentire di poter apprendere qualcosa di più grande riguardo alla Parola vivente di Dio, attraverso le conoscenze del singolo, mi ha permesso di
aprire gli occhi e il cuore ad una realtà diversa, ossia la realtà dell’amore e della parità.

Credo che per capire cosa io intenda per “unità” devo precisare che conoscevo già uno dei coordinatori, perché facciamo parte della stessa comunità evangelica; mentre l’altra coordinatrice viene da un’altra chiesa. Quindi fin dall’inizio il GBU di Trieste è stato voluto da persone che volevano l’unità, la parità e la fratellanza, pur non appartenendo agli stessi “ambienti religiosi”. Tutto questo sta permettendo alle persone interne al GBU di fare nuove conoscenze e creare relazioni sempre più solide con i partecipanti, creando un ambiente disteso e aperto alla diversità.
Amore e diversità oltre che assenza di giudizio sono le caratteristiche che più di tutte mi stanno insegnando i partecipanti del GBU e mi piace pensare che questa dovrebbe essere la Chiesa intesa come corpo di Cristo, dove le conoscenze, le credenze, e perché no, i dubbi del singolo, sono fondamentali per l’accrescimento dell’intero gruppo.

Da poco si è conclusa la prima conferenza del GBU di Trieste. Il 16 e 17 marzo è venuto Angelo Currò, un esponente di Porte Aperte, che ha parlato della persecuzione dei cristiani nel mondo. Inizialmente ero molto titubante perché pensavo che fosse qualcosa che potesse interessare solo i cristiani, successivamente mi sono ricreduta e ho visto come le informazioni sui cristiani perseguitati siano di interesse pubblico, in quanto riguardano le persone e non solo le comunità cristiane. Inoltre, questa esperienza mi ha aiutato personalmente a capire che gli studi di ognuno sono utili e fondamentali per portare
Cristo; quanto la conoscenza sia utile per apprendere e comprendere le verità di Dio come quel versetto che dice: “Il timore del Signore è il principio della scienza…”
Vorremmo perciò ringraziare il Signore per come sta conducendo il gruppo e che Lui possa sempre provvedere affinché anche persone non credenti si possano unire ai nostri incontri e, Dio volendo, possano essere conquistati da Cristo.

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Come GBU di Urbino possiamo dire che il gruppo si è formato e col tempo si sta allargando e consolidando sempre di più, di questo possiamo solo che essere grate a Dio. A inizio marzo abbiamo trascorso un bellissimo weekend insieme al GBU di Siena e i ragazzi dell’uniperugino per il Winter Camp a Gubbio, sono stati due giorni ricchi di condivisione.

Poi i ragazzi di Perugia sono venuti a trovarci la settimana successiva con un gruppo di americani e con loro abbiamo evangelizzato tanti studenti in Fortezza, è stato incoraggiante sapere che tanti hanno a cuore la città di Urbino che, seppur piccola, è tanto bisognosa di conoscere Dio; preghiamo che in futuro si possa aprire una chiesa e che la testimonianza possa crescere.

I nostri incontri hanno proseguito e ultimamente stiamo affrontando il tema dell’amicizia: abbiamo letto insieme il legame di affetto profondo tra Rut e Naomi, sua suocera; in 1 Samuele, l’amicizia tra Davide e Gionathan. È stato bello vedere come possiamo riflettere e prendere spunto per la vita di tutti i giorni anche da storie dell’Antico Testamento; a volte si pensa che solo nel Nuovo Testamento ci siano degli insegnamenti più pertinenti a noi, invece è stato bello imparare, da delle storie più “lontane”, come si possono dimostrare l’amore e l’affetto. Oltre a questo abbiamo condiviso le nostre esperienze e come vorremmo migliorare le nostre relazioni di amicizia, dandoci consigli.

Abbiamo in programma a maggio di fare un evento, anzi, il primo evento con il nuovo gruppo GBU con l’aiuto del GBU di Siena e i ragazzi di Perugia, preghiamo che con questo incontro speciale possiamo arrivare agli studenti e farci conoscere di più!

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Editoriale

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Di Valentina Ferraris, Staff in Formazione 

Siamo in Palestina, all’incirca nell’anno 30 d.C., il venerdì prima della celebrazione della Pasqua. Nella città di Gerusalemme, Gesù, un semplice ebreo di Nazaret, che dichiara di essere il Salvatore tanto atteso dal popolo ebraico, viene condannato a morte e crocifisso. Improvvisamente a mezzogiorno scendono le tenebre su tutto il paese e si avverte un forte terremoto, che squarcia la cortina del tempio. Dopo ore di agonia Gesù è morto. Il suo corpo viene sepolto nella tomba di famiglia di Giuseppe di Arimatea, un uomo giusto che attendeva il Regno di Dio, e che decide di onorare Gesù con una decorosa sepoltura. La vita di un grande uomo, che ha sempre pensato ai più deboli ed è venuto sulla terra per far conoscere Dio Padre, è stata spezzata. Tutte le speranze che i suoi seguaci hanno riposto in Lui sono in un attimo svanite: chi li salverà ora che il Messia è morto? 

Sconforto e nuove certezze

Due giorni dopo, in questo clima di stupore, confusione e rassegnazione, due dei discepoli di Gesù si recano in cammino a Emmaus, una cittadina nei pressi di Gerusalemme. Il Vangelo di Luca (Luca 24: 13-32) ci racconta che i due stanno discutendo, quando a un certo punto si avvicina loro uno sconosciuto, che li accompagna nel tragitto. Vuole sapere di che cosa stiano parlando i due uomini, i quali gli rispondono con queste parole:

«Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni? (…) Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose»

Luca 24: 18-21
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