Tempo di lettura: 2 minuti

Secondo una vecchia teoria, già implicita negli scritti di Heiddeger sulla tecnica, e resa popolare da un noto articolo dello storico Lynn White jr., la tradizione ebraico-cristiana sarebbe la causa della crisi ambientale che stiamo vivendo.
Se l’animismo e il paganesimo promuovevano una forma di rispetto per l’ambiente basato sulla credenza che dietro gli elementi naturali ci fossero esseri spirituali, la loro sconfitta avrebbe causato la desacralizzazione di quegli elementi e la loro trasformazione in fondi da sfruttare da parte dell’uomo, principe della creazione e suo dominatore. 
Senza bisogno di analizzare storicamente la validità di questa teoria, possiamo riconoscere come una lettura quantomeno superficiale della Bibbia possa aver spinto alcuni cristiani ad assumere una condotta spregiudicata nei confronti dell’ambiente.

D’altro canto un’attenta riflessione su ciò che la Bibbia dice sul nostro rapporto con la natura rappresenta il più solido fondamento per un impegno in favore della tutela e della salvaguardia del creato.

È vero che la creazione dell’uomo ad immagine di Dio e il suo rapporto con Lui lo pongono dall’inizio della narrazione biblica su di un piano diverso rispetto al resto del creato, ma è proprio l’inizio della Genesi a suggerirci che l’uomo ha sempre avuto un ruolo di responsabilità nei confronti dell’ambiente:

“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.”  

(Gen. 2:15)

A conferma dell’alto valore che gli elementi naturali hanno nella visione del mondo cristiana possiamo ricordare che tutta la creazione è stata sottoposta agli effetti del peccato ed è in attesa del ritorno di Cristo (Rom. 8:19-23), perché “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col. 1:16).
Le moderne preoccupazioni ambientaliste non dovrebbero essere estranee a nessun cristiano che prenda sul serio le verità appena menzionate, ma c’è di più: senza Dio l’umanità rischia di perdere ogni valida motivazione per proteggere l’ambiente che non conduca all’antiumanesimo.

Senza Dio appare difficile, se non impossibile, trovare l’equilibrio tra l’antropocentrismo, che ha dato appoggio allo sfruttamento scriteriato delle risorse naturali utili allo sviluppo economico, e l’antiumanesimo, che negando all’uomo il diritto di considerarsi più importante delle altre forme di vita, lo trasforma nel problema da contenere o eliminare.
Né materialismo ateo, né moderno panteismo riescono a provvedere una soluzione al dilemma. Entrambi falliscono nel fornire un qualsiasi fondamento per l’etica, oppure finiscono per equiparare la vita umana a quella degli altri animali, se non delle piante (o dei virus!).

  • Perché dovrei preoccuparmi della sopravvivenza di qualcun altro da me?
  • Perché sarebbe sbagliato eliminare anche una piccolissima minoranza di essere umani, se ciò portasse un indubbio benessere a tutte le altre forme di vita del pianeta?
  • Perché sarebbe giusto eliminare una forma di vita come i Coronavirus?      

Domande la cui risposta sembra ovvia e intuitiva diventano improvvisamente difficili, se si esclude Dio dal quadro.

La Bibbia non risolve le questioni di etica ambientale con una forma di antropocentrismo limitato dalla legge di Dio, ma ponendo al centro di ogni cosa Cristo Gesù.

Lo scopo della creazione è glorificare Cristo, e il piano di Dio non culmina nella salvezza dell’uomo ma nell’unità di tutte le cose sotto un solo capo, Cristo Gesù (Ef. 1:9-10). 

Il cristianesimo propone un umanesimo teocentrico che assegna un ruolo speciale all’uomo e un grande valore alla sua vita, la quale però non è il fine ultimo delle cose. Gli esseri umani sono chiamati a contribuire alla realizzazione del piano di Dio, e sono chiamati a farlo anche prendendosi cura dell’ambiente.

Francesco Schiano
(Staff GBU Napoli)

Tempo di lettura: 2 minutiMarzo è arrivato e per molti di noi sembra di vivere in un film già visto e rivisto, una specie di loop temporale dal quale non si riesce a uscire. Un anno fa tanti nel nostro paese erano impauriti, scettici, terrorizzati, senza speranza. Ma non avremmo mai detto che dopo un anno, tanti di questi sentimenti sarebbero ancora nei nostri cuori e nelle nostre menti. Il fatto è che, nonostante il tempo sia passato, per molti la situazione sembra non essere cambiata.
Gli studenti sono ancora in didattica a distanza e ormai di atenei se ne vedono solo quelli online, con qualche eccezione qua e là. Il brivido di varcare la porta dell’aula universitaria per la prima volta per molti è saltato, ancora per un altro semestre. Per altri invece, l’esperienza della discussione di laurea in remoto diventerà un ricordo dal sapore agrodolce, da raccontare in futuro.

Anche la vita quotidiana dei Gruppi Biblici Universitari è ormai cambiata. Incontri di studio biblico online, mille messaggi nelle chat, promozione sui social ed eventi online sono diventati all’ordine del giorno. Ma non lasciamoci ingannare. L’essenza rimane. Quel desiderio di condividere Gesù con i propri amici, l’impegno nella testimonianza del vangelo e la fratellanza che spinge alla crescita della propria fede e della fede degli altri è lì, per chiunque lo voglia vedere.

In tempi come questi, dove le sfide alla nostra fede si accumulano, ci stringiamo alla Parola e alla speranza che possiamo trovare solo in Gesù. È Lui che ci ha garantito che sarebbe rimasto insieme a noi fino alla fine, con o senza pandemia. Il mio invito per voi è quello di andare a leggere le notizie dei diversi gruppi. Vedrete che più che lamentele o ‘toni sconfitti’ ci sono tanti motivi di gioia e di speranza. Ci sono notizie di gruppi grandi e consolidati ma anche il racconto delle sfide di piccoli gruppi nati da poco, che raccontano con entusiasmo ogni piccola vittoria. Ci sono tanti motivi di lode. E ci sono richieste di preghiera, perché gli studenti ormai hanno capito che nella loro vita di fede non potranno andare molto oltre senza la preghiera e l’intercessione dei loro fratelli e sorelle.

Cos’è cambiato allora dall’ultimo notiziario? Se guardiamo alle circostanze, non molto. Ma se guardiamo a Colui che opera ogni opera buona in noi, che agisce quando nessuno lo può fare e che cambia la vita di studenti ogni giorno, allora c’è tanto da vedere. Vi invito allora a leggere le notizie, a lodare il Signore per la sua opera e a pregare per i gruppi, con la certezza che Gesù non si è fermato nel tempo, ma è all’opera e rende nuova ogni cosa.

 

Carol Rocha
(staff GBU)

Leggi le ultime notizie dai gruppi

Tempo di lettura: 2 minuti

9 marzo 2020: la vita degli italiani cambia con l’ultimo decreto ministeriale che ci impone di restare a casa per via dell’emergenza sanitaria Coronavirus.

Come staff GBU, ci siamo incontrati online per pregare insieme e discutere sul da farsi. A livello locale, gli studenti dei gruppi GBU ci hanno fornito un bellissimo esempio di come trovare metodi alternativi di proseguire la testimonianza nell’università. E come staff a livello nazionale, che cosa può fare il GBU?

Ci siamo attivati con diverse idee su più fronti, ma la risposta primaria è stata: pregare.

Sicuramente, in un momento senza precedenti come questo, la prima sensazione è quella di impotenza e, per molti, di ansia. Per chi crede in Dio, il primo istinto è proprio quello di rivolgersi a lui: il senso di dipendenza da Dio si riveste di nuovo significato.

Oltre a pregare individualmente, come chiese, come staff GBU, come gruppi locali… perché non pregare con tutti gli studenti a livello nazionale? E così sono partiti i lavori per organizzare il Raduno Nazionale di Preghiera, per la prima volta nella storia del GBU, il 19 marzo alle 18:00.

Come per tutte le cose nuove, un po’ di dubbi c’erano: funzionerà? Gli studenti parteciperanno? A livello tecnico sarà fattibile?

Penso di parlare a nome di tutto il GBU nel dire che l’evento ha superato alla grande le nostre aspettative.
Già quindici minuti prima dell’appuntamento c’erano diversi studenti che si stavano collegando; per ogni persona che si aggiungeva, l’emozione aumentava. A un certo punto dell’incontro siamo arrivati addirittura a 90 partecipanti.

Dopo un breve messaggio di sprone alla preghiera da parte di Domenico (staff GBU Sicilia), da Matteo 7:7-11, abbiamo avuto un momento di condivisione da parte di tutti i gruppi. Poter sentire le voci e vedere i volti di ognuno, piuttosto che soltanto leggere una loro mail con le notizie, è stato davvero speciale e ci ha dato un forte senso di unità malgrado la distanza. È stato molto incoraggiante sentire che quasi tutti i gruppi non hanno sospeso i loro incontri, ma li hanno semplicemente spostati su piattaforme virtuali. Lode a Dio per la tecnologia e per l’entusiasmo degli studenti nonostante le difficoltà!

Ci siamo poi divisi in 5 gruppi in base alle regioni, e abbiamo potuto ascoltare richieste più specifiche e personali, e soprattutto abbiamo pregato gli uni per gli altri e per il nostro Paese.

Concluso il collegamento, avevo un cuore pieno di gratitudine e di fiducia nel Signore che è l’unico ad avere l’assoluto controllo su tutto, malgrado le apparenze ai nostri occhi limitati.
Il primo pensiero è stato: quando avremo il prossimo incontro?

 

Luisa Pasquale
(Ufficio Nazionale GBU)

 

(estratto dal messaggio di Domenico)

Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare doni buoni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano.
(Matteo 7:11)

In questo momento, quali sono queste cose buone che vogliamo chiedere al nostro Padre?

  • Che Dio benedica la nostra nazione! Benediciamo il paese, i politici, i medici, gli infermierie tutti coloro che lavorano per il nostro bene. Amiamo il nostro prossimo attraverso la preghiera!
  • Che Dio benedica gli studenti del GBU, le loro famiglie e i loro studi.
  • Che Dio benedica le iniziative dei gruppi, affinché possiamo continuare a Condividere Gesù da studente a studente.
  • Che Dio possa convertire i nostri amici, che possa trasformare i loro cuori. Che il Signore possa usarsi di noi per parlare loro della speranza e della gioia che c’è nel seguire Cristo, certi della salvezza che abbiamo per mezzo di Lui.

Tempo di lettura: < 1 minutoPuoi (ri)ascoltare i messaggi che Andy Hamilton ha portato alla Festa GBU 2018 sul tema #maiunagioia.

Gioia smisurata [Giovanni 2:1-12]

Gioia completa [Giovanni 3:22-36]

Gioia radicata [Giovanni 15:1-17]

Tempo di lettura: 2 minutiDal 27 al 29 marzo 2018 si è tenuto, nell’Università Magna Graecia di Catanzaro, l’evento “La Bibbia in Mostra”. Presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia Generale, si è svolta la mostra che offre una panoramica della Bibbia: il suo contenuto, l’affidabilità del testo dal punto di vista storico-scientifico, il prezioso messaggio di vita offerto da Gesù, lo sviluppo avvenuto tramite la stampa, ecc.
Molto semplice da allestire in quanto vengono utilizzati dei banner roll up, la Mostra può essere esposta in qualsiasi luogo, preferibilmente coperto.

Durante l’evento organizzato dal GBU Catanzaro, c’è stato un breve intervento pubblico svolto da Giovanni Donato che ha suscitato curiosità tra gli studenti. Sono state poste domande, esposti dubbi e perplessità, si è favorito il dialogo, il confronto e in alcuni è nato il desiderio di approfondire il messaggio della Bibbia e di partecipare agli incontri svolti dagli studenti del GBU locale. Sono state anche esposte Bibbie in svariate lingue e regalati dei Nuovi Testamenti.

Anche se le tempistiche iniziali per organizzare il tutto sono state abbastanza ristrette, siamo felici di poter essere stato il primo gruppo in Italia a usufruire di questa risorsa messa a disposizione dal GBU nazionale. Si può affermare che si è trattato di un evento che sicuramente ha offerto una certa visibilità, anche se suggeriamo di poter svolgere la Mostra per qualche altro giorno in più, magari accompagnata da dei sub-eventi (aperitivi, seminari, videoproiezioni, ecc.). Continua a leggere

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Marcella Fanelli

(16 marzo 1913 – 19 marzo 2017)

In memoriam

Marcella Fanelli al Convegno Nazionale GBU

Marcella Fanelli al Primo Convegno Nazionale GBU del 2005

Un obituario che si rispetti deve tentare di ripercorrere le tappe significative del caro che ci ha lasciati. Nel caso di Marcella questa sarebbe un’impresa quasi inutile, vista la mole di materiale biografico che ella ci ha lasciato nel suo Passeggiata lungo il XX secolo (Edizioni GBU 2011), il suo volume testamento di cui diremo fra un attimo e da cui attingeremo comunque per ricordare Marcella.

Al di là di Passeggiata ci sarebbero da raccontare ancora gli ultimi anni della sua vita, dal 2001 a oggi; ma, stranamente, è lei stessa che ce li ha prefigurato e anticipato proprio alla fine del suo libro:

«Che dire della mia vita, se non paragonarla ora ad una navigazione tranquilla, rallegrata dall’affetto di Jean, delle mie nipoti, dei miei nipoti e pronipoti, dei tanti amici?» (p. 629).

Dovremmo però aggiungere a questa nota altri nomi e altre attenzioni di cui ha goduto la cara Marcella Fanelli come sicuramente quello di vari membri della famiglia Grosso (Elaine ed Emilio su tutti), e poi ancora Aldo Viscogilardi e il dott. Vincenzo Cuozzo. E altri ancora!

Tuttavia nel dire qualcosa di Marcella non possiamo sfuggire al suo invito a incamminarci con lei nella stupefacente Passeggiata che ci ha lascito in eredità. Il titolo stesso di questo libro è a mio avviso una sintesi e una figura della vita di Marcella. La passeggiata è un evento che richiama le atmosfere della lievità, della luce e dell’armonia sensoriale. Marcella è stata una donna che ha espresso questi tratti esistenziali e caratteriali, riuscendo anche a trasmetterli a tutti coloro che le si avvicinavano, potendone apprezzare, questi ultimi, il suo gusto per il bello, per le arti, per gli equilibri cromatici, per i suoni e per il canto.

Ma chi si avventura in una passeggiata con i tratti caratteriali che abbiamo appena descritto è anche nella migliore condizione per gettare uno sguardo attento su tutto ciò che lo circonda; chi è nella bucolica serenità del tempo che scorre quasi infinito (104 anni) ha infatti lo sguardo esercitato a cogliere i particolari della vita; i risvolti del bello, ma anche i risvolti dell’incompiuto, del frastagliato, del transeunte. Marcella è stata una donna che ha saputo cogliere, in ragione di una sensibilità raffinatissima, le difficili condizioni dell’esistenza umana; essa stessa non è stata risparmiata da molte sofferenze causate da ciò che un giovane studente da lei seguito negli anni ’50 a Parigi con il GBU, il prof. Henri Blocher, definirà più tardi il mistero opaco del male: pensiamo alle perdite dolorose, alle separazioni, alle delusioni delle relazioni d’amore, e soprattutto al dolore lancinante dei conflitti.

Ormai giovane donna, a Firenze, Marcella confidò queste parole al suo diario (Passeggiata):

«cosa offre realmente la vita [se non] momenti di gioia da tesaurizzare, altri di difficoltà e sconforto da combattere e vincere, forse con cui convivere, e se fosse stato possibile, da dimenticare» (p. 276).

Una passeggiata di tal sorta, che dunque coincide con un’intera vita, con un’intera esistenza, non può non avere un fulcro equilibratore, un punto archimedico che diviene anche, nel caso la passeggiata diventasse lunga con la necessità di affrontare svolte importanti, mèta e fine, telos, ma anche movente ultimo.

Questo nucleo Marcella lo identifica perfettamente nella sua esperienza di fede personale degli anni 1927/28, a Cuneo, raccontata in questi termini: «presi coscienza del “peccato”… Si trattava di un dominio nei cui confronti bisognava decidersi: o farsene soggiogare o ribellarvisi – e liberarsene. Ma solo Cristo avrebbe potuto liberarcene. Prendevano senso le frasi “salvati per mezzo del sangue di Cristo”, “Cristo morto per i nostri peccati”, “morti e risorti con Cristo”. Mi inginocchiai e gli chiesi di aiutarmi» (pp. 225–226).

L’ingresso di Marcella nella fede non fu però un ingresso in un’esperienza soggettiva e intimistica. Membro di una famiglia che aveva in sé una grande eredità spirituale costituitasi grazie alla frequentazione del mondo valdo–metodista e di quello delle Assemblee dei Fratelli, Marcella attraversa con la sua lievità piena di ponderata considerazione il mondo evangelico italiano, a partire da quella Firenze degli esperimenti infra–evangelici dei tempi successivi alla liberazione. Già in quegli anni, durante la guerra, e sotto le bombe, ha il tempo di codificare i sogni suoi e di sua madre, sogni orientati fin da allora all’editoria: «fondare una casa editrice. … iniziare una piccola attività editoriale evangelica in Italia, così da fornire agli evangelici traduzioni di almeno alcuni dei tanti bei volumi di studio …» (pp. 471, 519).

Parlando del clima successivo alla liberazione, Marcella descriverà eventi il cui succo cercherà poi di ritrovare e riproporre nel suo ministero successivo:

«La libertà più appassionata e goduta, quella alla quale noi giovani, che non l’avevamo conosciuta, dovemmo abituarci, fu la libertà riguardante l’esternazione del pensiero… Ricordo in una prima “riunione di ringraziamento” alla Vigna Vecchia, alla quale erano intervenuti gli evangelici fiorentini la loro riconoscenza al Signore per essere ora cittadini liberi; … Vi furono riunioni di membri delle diverse chiese evangeliche, nutrite da un entusiasmo che spingeva a pregare insieme, a discutere progetti e anche a ritrovarsi per conoscersi meglio, come se la guerra avesse spazzato via antiche barriere» (p. 518).

Ed è in questo contesto evangelico, a partire dalla frequenza per lunghi anni della chiesa dei Fratelli di Via della Vigna Vecchia, a partire dalle dinamiche non sempre pacifiche dell’Istituto Comandi, gestito per molti anni dalla mamma Elvira (1937–1946), a partire da un contesto aperto alle influenze di tutto il mondo evangelico, Marcella maturerà, dopo l’esperienza lavorativa a La Fondiaria (1943–1955), la visione di impegnarsi per il Signore. Lo farà in una missione che ella troverà estremamente congeniale alle sue aspirazioni di servizio, pur non avendo lei stessa mai conseguito una laurea: i Gruppi Biblici Universitari.

Siamo agli inizi degli anni ’50 ed ecco alcuni tratti di quella sua esperienza iniziale.

«Li iniziò [i GBU] Maria Teresa [De Giustina] che dal dottor Pache aveva avuto il suggerimento e l’incoraggiamento a portare anche in Italia quel modo, già presente in molti paesi del mondo ma nuovo per gli italiani, di diffondere la buona notizia dell’evangelo nell’ambito degli studenti universitari. … Mi soddisfaceva quel modo concreto di affrontare il testo biblico, la possibilità data ad ognuno, anche il più ignaro di problematiche bibliche, di fare domande, esprimere il proprio pensiero, non reprimere i dubbi, sentirsi protagonisti della ricerca. Col tempo conobbi ed apprezzai altre cose: l’interdenominazionalità, l’omogeneità della posizione teologica …» (p. 550).

Nel 1952, insieme a Maria Teresa, Marcella fonda la Rivista CERTEZZE.

Nel 1956 va a Parigi e da qui a Londra, dove approfondisce la sua conoscenza del mondo studentesco evangelico internazionale (IFES) facendo incontri importanti che segneranno il suo ministero futuro. Uno in particolare vale la pena ricordare: l’incontro con John Stott, allora giovane predicatore nella chiesa di All Souls; Marcella ammette di apprezzare più di Martin Loyd–Jones in quanto in possesso, il primo, di una predicazione “biblicamente sostanziosa” oltre a un inglese più comprensibile.

Nel 1957 Marcella ricevette da Stacey Wood, dinamico Segretario Generale di IFES di quegli anni, l’invito a sostituire Maria Teresa nella direzione dei GBU in Italia. Douglas Johnson, allora Segretario Generale dei GBU inglesi, la esortò nella stessa circostanza «vivamente a non abbandonare il “progetto libri”» (p. 566).

Marcella Fanelli e Jean Elliott al Convegno Nazionale GBU

Jean Elliott e Marcella Fanelli al Primo Convegno Nazionale GBU del 2005

Marcella a questo punto, nei suoi ricordi, annota: «Ma l’incontro interessante per eccellenza fu quello con Jean Elliott»! (p. 566). Il piano del Signore per la sua vita era pronto.

È da questi incroci di vicende esistenziali e di esperienze spirituali che ha inizio lo straordinario ministero svolto da Marcella in Italia, a partire dal 1957, con i Gruppi Biblici Universitari. Un tale ministero si è concretizzato nel corso degli anni in tre precisi filoni, tutti recanti al proprio interno l’influenza di Marcella:

  • la rete dei Gruppi studenteschi impegnati nell’evangelizzazione vera e propria;
  • l’iniziativa editoriale, con la nascita nel 1965 delle Edizioni GBU;
  • e nel 1962 l’apertura della Sala di Lettura GBU a Roma.

Oggi, nel mentre salutiamo le sue spoglie mortali, e la ricordiamo, dobbiamo enfatizzare che i tre filoni del ministero GBU sono ancora tutti in essere. Per spiegare tale permanenza dobbiamo ricordare che il nome di Marcella non è solo presente tra quello degli iniziatori di questi ministeri, ma ne è stato per lungo tempo il faro illuminante.

Ancora oggi ci sono studenti “dell’altro ieri”, soprattutto romani, che ricordano la frequentazione della sua casa o della Sala di Lettura in via Borelli dove, insieme Jean, Marcella riusciva a incoraggiare e a galvanizzare i giovani nel desiderio di diffondere il vangelo nell’Università, tra i propri colleghi e con i professori.

Ancora oggi, generazioni di pastori, anziani e leader di chiese di tutti gli ambiti evangelici possono godere del frutto dell’impegno editoriale di Marcella, leggendo Commentari oppure opere di C.S. Lewis e altri autori, tradotte in italiano con minuzia, ossessiva precisione e competenza linguistica, proprio da Marcella. E per non dire niente dei tanti articoli apparsi, anche sotto pseudonimo nella Rivista CERTEZZE.

Grazie Marcella, arrivederci.

Giacomo Carlo Di Gaetano
Roma 22 marzo 2016
Chiesa Valdese di Piazza Cavour

Marcella è una persona a cui tutti volevano bene e nella cui compagnia ti sentivi importante. Era piena di domande e incoraggiamento e quando eri con lei, non era lei al centro, ma tu! Questo è stato vero da studente, ma anche negli anni a seguire quando l’ho incontrata in veste di giovane Presidente dell’Associazione GBU e poi da Segretario Generale.

Dobbiamo ricordare e onorare chi ha portato avanti l’opera prima di noi. Marcella ha lavorato tanto e duramente con i doni che Dio le ha dato e ha costruito molto bene e i risultati si vedono: GBU, Edizioni GBU, Sala di Lettura GBU a Roma.

È con tristezza che scrivo queste parole perché Marcella oggi non è più con noi.

È con gioia che scrivo queste parole perché sappiamo che adesso è con il Signore Gesù che ha servito tutta la vita.

In una biografia di D.L. Moody, evangelista attivo in America e Inghilterra alla fine del 1800, viene raccontato che quando prese coscienza del fatto che da lì a poco avrebbe lasciato questa terra disse “Uno di questi giorni leggerete sui giornali che D.L. Moody è morto. Non credete una sola parola di quanto scriveranno. In quel momento sarò più vivo di quanto non sia adesso!”.

Marcella è oggi più viva che mai ed è con il suo e il nostro Signore Gesù Cristo!

Grazie Marcella, a presto!

Johan Soderkvist
Roma 22 marzo 2016

Continuate con la lettura della storia del GBU italiano...

 

Tempo di lettura: < 1 minutoIn questi giorni sono stati aggiornati le notizie di lode e preghiera dai gruppi! Potete leggere e pregare per ciò che il Signore sta facendo in giro per l’Italia.

In particolare vi segnaliamo le richieste dei gruppi nuovi o che sono ripartiti quest’anno tra cui Catanzaro, Milano e Verona.

Il GBU di Catanzaro è nato da poco ma stiamo vedendo la benedizione del Signore su di esso. Siamo partiti in pochi e ora contiamo più di dieci studenti, abbiamo fatto parecchi inviti a persone che piacendo a Dio in questo nuovo semestre verranno e la nostra gioia è immensa…

Il GBU di Verona ha iniziato quest’anno, dopo qualche anno di pausa, una nuova sfida: quella di formare un gruppo. Per il primo semestre l’obiettivo da raggiungere era quello di fare almeno una o due riunioni, invece il Signore è andato oltre le nostre aspettative. Fino ad ora abbiamo già fatto alcune evangelizzazioni con gli studenti in università…

Il GBU di Milano è appena rinato in un’altra zona della città (Bicocca) e abbiamo iniziato con tanto tanto entusiasmo! Il modo in cui Dio ci ha messi insieme è stato meraviglioso e ha messo nei nostri cuori il desiderio di far conoscere Gesù agli studenti di Milano. Questo primo periodo per noi è stato di esplorazione, per conoscerci tra noi (veniamo da 3 università diverse), per vedere come muoverci nel cercare il luogo dove incontrarci e fare gli eventi, ecc…

Trovate anche notizie da Urbino, Bologna, Potenza, Siena, Cosenza, Torino, Roma, Firenze e Napoli.

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