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Abbiamo il piacere di presentare Domenico, uno studente che ha scelto di iniziare il nostro percorso di Staff in Formazione. Il piacere è ancora più grande perché lui rappresenta un’opportunità per cui abbiamo pregato per tanti anni: uno staff in Sicilia!
Abbiamo, e abbiamo avuto, gruppi GBU in Sicilia ma non abbiamo mai avuto uno staff che potesse dare continuità, visitare e presentare il GBU nelle chiese e iniziare gruppi nelle città universitarie dove mancano.
Dal 1 gennaio 2017 sarà una realtà, per adesso potete continuare la lettura e conoscere Domenico e Angela. Pregate per loro!
(Johan Soderkvist, Segretario Generale GBU)

domenicoIl percorso di uno studente nel GBU

Ho creduto in Gesù all’età di 14 anni e poco dopo mi sono battezzato. All’età di 13 anni cominciai a frequentare il gruppo degli adolescenti della mia chiesa di Marsala e lì compresi chi è Gesù. Fui costretto a dare la mia vita a Lui.
Dopo la scuola decisi di iscrivermi all’università. Il 1° ottobre del 2012 mi trasferii a Siena per studiare lettere moderne. Non avevo mai sentito parlare del GBU. La prima domenica andai in una chiesa e al termine del culto la persona che per prima mi avvicinò fu Giovanni Donato. Tra le altre cose mi disse che durante la settimana gli studenti si incontravano in facoltà per studiare la Bibbia. Fu il primo accenno al mondo del GBU.

Nei mesi successivi cominciai a frequentare gli incontri di studio e gli eventi del GBU Siena. Non fu difficile inserirsi in quel gruppo, non solo per la capacità dei Donato e degli studenti di accogliermi, ma soprattutto per ciò che il GBU era in sé, un gruppo di studenti cristiani che condividevano le stesse sfide e le stesse difficoltà nel mondo universitario, ma che soprattutto avevano un obiettivo comune: condividere Gesù da studente a studente a Siena. Vedere in Cristo il punto centrale di ogni attività degli studenti del GBU fu proprio ciò che più di ogni altra cosa mi convinse a dare il mio contributo alla causa del GBU e che alimentò in me il desiderio di evangelizzare, indirizzandolo nel contesto in cui mi trovavo, quello universitario.
Ad aprile del 2013 andai a Poggio Ubertini per il mio primo Convegno Studentesco Nazionale GBU. Se dovessi scegliere un momento in cui mi sentii chiamato per il lavoro del GBU in Italia sceglierei quei giorni di aprile. Fu lì a Poggio che il mio sguardo si ampliò, che vidi le risorse e i bisogni del GBU ad un livello nazionale e che il Signore mise nel mio cuore il desiderio profondo di impegnarmi in quest’opera missionaria.

Ad inizio 2016 decisi due cose importanti. La prima insieme alla mia Angela. Ci sposeremo a marzo del 2017. La seconda che, per vari motivi, a maggio sarei tornato definitivamente in Sicilia e che avrei concluso gli studi lì. La consapevolezza che il mio lavoro con il GBU si sarebbe concluso mi rendeva molto triste, ma nutrivo la speranza di poter dare una mano in Sicilia, anche se non sapevo in che modo. Al Convegno Studentesco di aprile parlai di questo con Johan Soderkvist. Non sapevo che lavoro avrei fatto e se avessi avuto del tempo a disposizione, ma contribuire in qualche modo allo sviluppo del GBU in Sicilia era il mio desiderio.
La risposta di Johan andò oltre ogni mia possibile aspettativa. Mi disse che il GBU pregava da anni per una crescita del numero di Staff nel sud Italia e per qualcuno che potesse essere una presenza fissa in Sicilia. Mi propose di cominciare a valutare la possibilità di lavorare per il GBU e cominciò a illustrarmi cosa comporta un tale percorso. Fu una bellissima conversazione. Alla fine ero colpito dal fatto che Dio mi stava aprendo una porta che andava molto al di là di ogni mia capacità di immaginazione. C’era la possibilità di dare continuità al mio servizio con il GBU. Questo mi riempiva e mi riempie tutt’ora di gioia.

Ho davvero grandi speranze per i prossimi mesi e per i prossimi anni. La strada sembra anche piena di difficoltà, ma io e Angela sappiamo che Dio porta a compimento la Sua opera. Poniamo in Lui la nostra speranza.

Domenico Campo

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Il motto del GBU definisce bene la nostra missione: Condividere Gesù da studente a studente. Esistono potenzialmente tre modi per fare questo e riteniamo che tutti e tre siano egualmente importanti e necessari per un gruppo GBU: la testimonianza personale, lo studio della Bibbia in gruppo e la proclamazione pubblica. Lindsay Brown, ex Segretario Generale di IFES e coordinatore del network FEUER (di cui parleremo in questo breve articolo), afferma che i movimenti studenteschi più forti nel mondo sono proprio quelli che danno importanza a tutti e tre questi approcci all’evangelizzazione. A quanto pare, però, molti gruppi GBU nel mondo sono forti sui primi due aspetti, ma un po’ più deboli per quanto riguarda la proclamazione pubblica del messaggio del vangelo. Anche per questa ragione non molti anni fa è nato, in seno a IFES, un network chiamato FEUER che esiste proprio per rafforzare la passione per la proclamazione pubblica del vangelo nelle università dell’Europa e oltre. La sfida è grande, perché argomentare pubblicamente la nostra fede lì dove il credere in Dio viene sminuito a scapito della razionalità e del sapere, comporta coraggio, preparazione, intenzionalità e passione.

Ogni anno a novembre più di 100 persone si incontrano per 4 giorni di comunione, formazione e pratica. Coloro che prendono parte a questo raduno sono staff, studenti, collaboratori (tra questi sono inclusi leader di chiesa, accademici, artisti, ecc.) accomunati dal desiderio di vedere il vangelo proclamato pubblicamente e con vigore nel contesto universitario. Il convegno FEUER è un convegno itinerante e quest’anno si è tenuto proprio nel nostro paese, a Pescara, dal 3 al 7 novembre.

Tra le persone presenti dall’Italia c’erano alcuni staff, alcuni studenti, alcuni collaboratori, qualche accademico e un osservatore. È stata sicuramente una bella opportunità per essere nuovamente sfidati a cogliere con entusiasmo la sfida della proclamazione pubblica e abbiamo chiesto a due persone presenti di raccontarci la loro esperienza:

Quest’anno sono andata per la prima volta alla conferenza FEUER. Tutta la conferenza ruotava intorno alla riflessione, insegnamento e pratica della proclamazione pubblica del vangelo e per me è stata un’esperienza davvero ricca. Poter sentire le storie e testimonianze di diversi gruppi studenteschi di tutta Europa mi ha incoraggiato e fatto riflettere sull’importante ruolo che il GBU ha nella proclamazione della verità del Vangelo all’interno delle università italiane. Abbiamo sicuramente un grande potenziale non solo con l’evangelizzazione a tu per tu e attraverso gli studi biblici nei gruppi ma anche attraverso la predicazione evangelistica. È stato anche molto valido poter preparare ed esporre in piccoli gruppi un messaggio evangelistico con il proposito di migliorarci e di aiutarci a vicenda! Esco da questa esperienza con la consapevolezza che la sfida all’interno dell’università è grande ma anche con il cuore pieno di fiducia nella potenza del Vangelo per la trasformazione delle vite. – Carol Rocha, staff in formazione GBU Bologna

Sono stati dei giorni molto incoraggianti per me. Mi ha stupito la praticità, la concretezza di ogni messaggio. La conferenza è stata strutturata per essere una ferramenta dove rifornire la propria cassetta degli attrezzi perché tutti gli oratori, anche se usando inquadrature e metodi diversi, hanno trattato un unico tema: il vangelo puro e semplice. Ed è stato fondamentale per me, per poter affrontare quella piccola paura che mi potrebbe portare a prepararmi su ciò che penso possa essere più accettabile dal non credente piuttosto che sul vangelo puro e semplice.
Ho sentito decine e decine di testimonianze di decine e decine di paesi diversi, di persone che Dio ha usato per portare il Suo nome nei cuori di tantissimi studenti europei. L’umiltà dei testimoni e dei messaggeri era palese perché tutti sapevano che qualsiasi strumento comunicativo o strategia di propaganda non avrebbero mai potuto cambiare la vita di una persona, ma solo il vangelo. Questo è stato il più grande incoraggiamento, che davvero il vangelo di Gesu Cristo è potente a cambiare e salvare.
Vedere l’Europa unita nell’obiettivo di proclamare pubblicamente Gesù ha anche evidenziato l’unicità di ciascun paese e ciascuna cultura. Il confronto con i metodi inglesi, tedeschi, serbi, ecc. non solo mi ha fatto sentire molto italiano, ma mi ha anche fatto riflettere su quali fattori culturali e ambientali potrebbero influenzare le strategie che vogliamo mettere in atto per rendere Gesù famoso nelle università italiane. Benji Di Lullo, studente GBU, Firenze

Il GBU crede nell’importanza di proclamare il vangelo pubblicamente nelle università italiane e lavoriamo perché ogni gruppo possa non soltanto essere forte nella testimonianza personale e nei gruppi di studio biblico, ma anche nella proclamazione pubblica tramite eventi speciali, conferenze, cene, aperitivi, cineforum, ecc. Che Dio benedica i nostri sforzi!

Giovanni Donato
(Staff GBU a Siena)