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Il 9 novembre 2012 si è radunato a Firenze un piccolo gruppo di persone per iniziare la prima prova della prima produzione di The Mark Drama in Italia. Grazie all’appassionata direzione di Andrew Page, ideatore di questo unico e potente strumento per la proclamazione del vangelo di Gesù Cristo, la scena del battesimo, poi la chiamata dei primi discepoli, poi la liberazione dell’indemoniato hanno preso forma per la prima volta anche in lingua italiana. Passata una lunga ed estenuante giornata e mezza, l’angelo è uscito dal sepolcro per incontrare le donne che cercavano Gesù, dicendo che non era più là ed era risorto come aveva detto, e che la storia era giunta alla fine. La squadra era pronta a raccontare il Vangelo di Marco all’Italia!

Da quest’inizio fino a oggi il progetto The Mark Drama è stato animato dalla buona notizia di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Nessuno racconta il grande messaggio di salvezza meglio degli scrittori della Bibbia e, ogni volta che abbiamo messo in scena le parole che Marco ha scritto, è stata una parola fresca e attuale per tutte le persone coinvolte, dagli attori al pubblico presente alle rappresentazioni.

La storia è uno specchio che assorbe l’entusiasmo agitato dell’attore e riflette, scena per scena, la presuntuosità del nostro peccato davanti al servo perfetto.

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati, dice Gesù (Marco 2:17). Il racconto apre gli occhi, non soltanto quelli di chi professa la fede in Gesù ma anche quelli di chi non lo fa, portando alla luce il vero significato della sua identità come il Messia.

Cominciò a insegnare loro che era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse (Marco 8:31). La storia di Gesù ci coglie di sorpresa, anche in una nazione che crede di conoscerla. Il pubblico, pronto forse per un bel racconto dell’infanzia, si trova davanti alla chiamata essenziale di Cristo a ogni persona. Va’, vendi tutto ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi (Marco 10:21).

Con due pesci e cinque pani Gesù sfamò cinquemila persone, e il suo messaggio della croce offre l’unica vera speranza che c’è per la moltitudine di persone in Italia oggi. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti (Marco 10:45).

Sono passati cinque anni e, nella bontà di Dio, una squadra si sta preparando per la diciannovesima produzione italiana di TMD. Ben più di duecento persone sono state attori, e migliaia di persone ormai hanno assistito a una rappresentazione del Vangelo di Marco. In questo quinto compleanno rendiamo grazie al Signore per questi anni, ma guardiamo anche al futuro. Lo sviluppo del progetto non serve a niente che abbia un vero valore se non all’estensione del regno che Gesù ha proclamato; lo scopo non è quello di fare teatro, ma di fare suoi discepoli. Pregate, allora, che questo seme continui a crescere e a dare frutto!

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo (Marco 1:15).

Chris Brown
(Direttore Nazionale TMD Italia)

The Mark Drama può essere messo in scena da gruppi studenteschi, da chiese evangeliche o da altri gruppi. Se sei interessato alla possibilità di realizzare una produzione, troverai più informazioni sul sito.

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Negli 11 anni di collaborazione con il GBU, mi sono tante volte chiesto come mai facessi ciò che stavo facendo e se ne valesse veramente la pena…

In altre parole, ha senso affaticarsi nella proclamazione del vangelo all’università? Esistono tanti ministeri importanti e strategici e io vorrei essere convinto di spendere le mie energie in qualcosa per cui valga realmente la pena affaticarsi.

Perciò, vorrei brevemente condividere tre motivi per cui continuo a credere che sia estremamente strategico essere presenti con il vangelo di Cristo proprio nelle università:

1. Lì dove il sapere si erge contro Dio, è necessario che il vangelo venga predicato

L’apostolo Paolo ci dice che la conoscenza gonfia (1 Corinzi 8:1), ed è vero! Lo vediamo in modo palese anche nelle università. Sempre più, nella mente di tante persone, soprattutto quelle che vantano maggiore istruzione, sembra esistere una chiara distinzione tra ciò che è razionale, appurabile, empiricamente dimostrabile e tutto ciò che riguarda la fede, Dio, la religione. In un contesto in cui l’orgoglio umano si erge contro il proprio Creatore, dobbiamo essere presenti per proclamare con umiltà e sicurezza il messaggio di Gesù di Nazareth, per la salvezza di quanti vorranno seguirlo. Continua a leggere