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Ciao, mi chiamo Zach e sono un volontario Interaction a Siena. Quest’anno ho partecipato al Viaggio di Missione GBU a Riga, in Lettonia, dal 5 all’11 marzo. Vorrei raccontarvi com’è andata e condividere qualche riflessione.

La settimana:

Siamo arrivati a Riga di sabato; abbiamo avuto l’occasione di visitare Fjorilda che era ancora in ospedale [Fjorilda è stata investita da un’auto il 24 febbraio]. Era molto felice di vederci tutti e abbiamo trascorso un paio di ore a chiacchierare con lei… in italiano ovviamente, mentre sua mamma e il Segretario Generale del movimento lettone non capivano una parola…

La settimana evangelistica è iniziata con un incontro domenica sera in cui abbiamo parlato del programma. I giorni erano pienissimi: la mattina dopo colazione c’era una meditazione e ci preparavamo per andare all’università. Il nostro gruppo di volontari era numeroso quindi potevamo dividerci nei diversi campus della città. Passavamo circa 3 ore a parlare con gli studenti e a invitarli agli eventi serali. Nel pomeriggio poi allestivamo per le serate e iniziavamo a preparare il cibo. Alle 18:00, prima di aprire le porte, pregavamo insieme. Gli eventi duravano un paio d’ore e poi c’erano sempre persone che si fermavano a parlare. Dopo aver pulito e messo in ordine tornavamo a casa, verso le 23:00, cucinavamo un po’ di pasta per cena e poi andavamo a dormire. Ed è stato così per 4 giorni di seguito! E’ stata dura ma anche molto gratificante.

Alla prima serata si sono presentati in più di 120! Non avevamo abbastanza pasta per sfamarli tutti! Abbiamo fatto una presentazione della cultura italiana, con un quiz sull’Italia e una dimostrazione dei gesti italiani (tra le altre cose). Abbiamo spiegato chi eravamo e che nel resto della settimana avremmo parlato di domande importanti su Dio, invitandoli a partecipare.

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La seconda sera ho fatto un po’ di musica dal vivo e poi Giovanni ha dato un messaggio in risposta alla domanda: “Perché Dio non si rivela in modo più chiaro?”. Ha sostenuto che Dio si è rivelato chiaramente nella creazione, nella Scrittura e in Gesù! Erano presenti più di 60 persone e al tempo di domande alla fine, molti studenti musulmani hanno posto delle domande e sono rimasti a parlare a fine serata.

La terza sera abbiamo visto La Vita è Bella e Francesco ha parlato della sofferenza. Ha spiegato che il cristianesimo dà diverse risposte al perché Dio permetta la sofferenza, ma alla fine il cristianesimo è meno interessato a spiegare il perché della sofferenza quanto a offrire la speranza che un giorno non soffriremo più. Erano presenti circa 50 studenti e ancora una volta molti si sono fermati a parlare.

L’ultima sera ho di nuovo suonato e cantato, e poi Giovanni ha esposto il piano della salvezza, spiegando il vangelo, parlando del ravvedimento e invitando le persone a credere in Gesù. Sono rimasto colpito dall’attenzione con la quale le persone lo ascoltavano. Penso che fossero presenti più di 60 persone. Alla fine c’erano un po’ di domande e Giovanni ha risposto in modo chiaro e gentile con la verità. Molte più persone delle altre sere si sono fermate a parlare. C’era una ragazza dell’Uzbekistan che ha parlato con Giovanni dicendo che credeva ma c’era qualcosa che la ostacolava. Altri erano molto interessati nel conoscere di più sulla Bibbia e su Gesù.

Nell’insieme sono stati momenti decisamente incoraggianti con molti studenti interessati a scoprire chi è Gesù.

Una riflessione:

Mi sono spesso sentito a disagio sul campus a cercare di iniziare le conversazioni; mi sentivo un venditore e non è una bella sensazione. Ma in questa settimana ho imparato che Dio usa la tua disponibilità. Ho fatto molta fatica ad approcciare le persone, ma nei primi due giorni ho avuto delle ottime conversazioni con un paio di persone che ho poi rivisto il terzo giorno: sono stati loro a venirmi a salutare e a voler parlare ancora. Così ho avuto modo di spiegare meglio il vangelo e ho coinvolto Giovanni nella conversazione anticipando ciò di cui avrebbe parlato la sera. Queste poche persone che ascoltavano il vangelo valevano tutti i rifiuti che avevo ricevuto da altri. Credo che Dio ci usi in modo particolare quando siamo a disagio.

Pregate per tutti quelli che hanno ascoltato il vangelo in quella settimana! Pregate che questi studenti possano incontrare e conoscere Gesù come loro Signore e Salvatore.

Zachary Smith
(Interaction Siena)

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È bello tutte le volte vedere il Signore all’opera, e tutte le volte restare a bocca aperta per le meraviglie che compie quando ci sono persone col cuore disposto a servirlo. E ancora una volta il miracolo del Suo intervento si è verificato il 12 ed il 13 Febbraio, dove in poco più di due giorni la chiesa di Città di Castello (PG) ha preparato e messo in scena The Mark Drama. All’inizio delle prove c’era un misto di nervosismo e di eccitazione per quella che si preannunciava essere una nuova sfida per presentare il Vangelo in modo nuovo e fresco.
Non sono mancati gli attacchi e gli imprevisti che hanno colto alcuni degli attori, ma il Signore è stato fedele nel preservare i credenti impegnati in quest’opera.
È stato davvero incoraggiante lavorare con un gruppo così eterogeneo: l’età variava tra i 22 e i 70 anni ma in tutti loro ho riconosciuto quell’impegno e quell’energia che viene fuori quando sai che Dio vuole usarti per uno scopo speciale.
È stato anche bello per tutti riscoprire il Vangelo che più volte abbiamo letto. Sfumature che alla lettura possono sfuggire, sono emerse fortissime durante la rappresentazione: Gesù perfetto Dio, ma anche perfetto uomo; i discepoli che non sempre erano consapevoli di chi fosse il loro maestro; la profonda sofferenza di Cristo nel Getsemani e sulla croce.
Le due serate hanno visto la partecipazione di tanti, permettendoci di raggiungere circa duecentocinquanta persone, metà delle quali erano contatti esterni alla chiesa. La prima serata era un incontro per sorelle; la sala era pressocché piena e ci sono state buone conversazioni dopo lo spettacolo. Lo stesso è avvenuto la sera successiva, aperta a tutti.
La chiesa si è mossa insieme: non erano soltanto i 15 attori a essersi impegnati in questo progetto, ma molti altri hanno dato il loro contributo in diversi modi. Dai giovani agli anziani della chiesa, tutti sono stati incoraggianti e hanno supportato in preghiera e in atti pratici questo evento evangelistico.
Ho imparato molto da questa esperienza. In modo particolare porto con me il calore e la gioia della comunione fraterna sperimentata con questi cari fratelli e sorelle. Porto con me il ricordo dell’ospitalità e del confronto civile, le risate e gli incoraggiamenti quando qualcuno era sul punto di mollare.
Per riprendere il titolo di un film che è al cinema in questi giorni, il nostro Dio non è morto. Lui è vivo e regna sovrano e il Suo messaggio può trasformare le vite delle persone che ripongono la loro fiducia in Lui e nel sacrificio del Suo prezioso Figlio. Questo messaggio ci unisce tutti come figli di Dio, per questo considero un privilegio quello di poterlo servire anche attraverso il ministero di The Mark Drama.

Nunzio Sabatasso
(regista TMD)