E’ con piacere che condividiamo questo documento che potrà rispondere ad un buon numero di domande che in modo del tutto logico e naturale, ciascuno di noi si pone, quando pensa al mondo GBU: come è organizzato? Chi ne fa parte? Quali sono gli obiettivi che si pone?
Il GBU in Italia è un movimento che ha mosso i suoi primi passi subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie allo slancio e su iniziativa di alcune giovani credenti che ritenevano prioritario raggiungere la generazione studentesca che sarebbe stata protagonista della ricostruzione, materiale e morale, del nostro Paese. Non era quindi una testimonianza solo spiritualistica ma si collocava sul versante del confronto anche culturale con il contesto in cui operava, con le domande che emergevano dalla società in cui si muovevano quelle prime generazioni pionieristiche della testimonianza evangelica nelle Università italiane.
Utilizzando un metodo di lavoro, ben descritto dal teologo e reverendo anglicano John Stott, quello del “duplice ascolto” che Giacomo Carlo Di Gaetano, direttore delle Edizioni GBU; in un suo articolo descrive così: “in questa espressione egli voleva indicare la necessità che i cristiani si ponessero nella condizione di un ascolto duplice nei confronti della Bibbia e nei confronti del mondo in cui vivono; questo al fine di far sì che la loro testimonianza fosse a un tempo biblicamente fondata e autenticamente rilevante per le donne e gli uomini di oggi.”
Certamente promuovere la conoscenza della Bibbia nella popolazione universitaria rimane un punto centrale dell’identità del movimento GBU. Ci aspettiamo che nei gruppi studenteschi presenti in varie università italiane (l’obiettivo ambizioso è arrivare ad avere un gruppo GBU in tutte le sedi universitarie del Paese) si lavori e rafforzi un rapporto “empatico” con le Scritture sacre, per arrivare ad una scoperta personale di Gesù di Nazareth. A questo obiettivo sono destinate le migliori energie dei responsabili, degli Staff, dei coordinatori e dei collaboratori a vario titolo di questo movimento. Direi che il Bilancio sociale risponde indirettamente anche a questa domanda: descrivendo le attività principali svolte, raccogliendo
testimonianze, da un lato, e dall’altro presentando dati, cifre e statistiche.
Auspico che questo documento sia letto e diffuso tra ex studenti ora laureati, tra i soci e naturalmente sostenitori di questo movimento che prova a restare giovane, anche se ha alle spalle più di 70 anni di storia.
E con la grazia e aiuto del Signore proveremo a portare avanti questo ministerio per consegnarlo alle prossime generazioni di credenti e studenti universitari.
Davide Maglie
Presidente Ass. Nazionale GBU