Capire la Bibbia cambia tutto

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Nuova Traduzione Vivente: capire la Bibbia cambia tutto

di Filippo Falcone

 

Il giorno 20 maggio 2023 è stato presentato presso il Salone del Libro di Torino – sala Madrid – il Nuovo Testamento versione Nuova Traduzione Vivente in lingua italiana (NTVi), edito per i tipi della Società Biblica di Ginevra e frutto di un lavoro che per sette anni ha visto coinvolta un’équipe di 6 teologi, biblisti, letterati e linguisti italiani.

La NTVi è una traduzione della Bibbia moderna e affidabile, che abbina la più aggiornata ricerca biblica a uno stile di scrittura chiaro e dinamico. Questa versione della Bibbia trasmette l’annuncio evangelico in modo espressivo e preciso, e comunica con accuratezza il significato, il contenuto e il portato linguistico-culturale delle forme del testo biblico originale, servendosi di un linguaggio contemporaneo e di facile comprensione.

Muovendo dall’impianto della New Living Translation (Tyndale House), terza traduzione della Bibbia in lingua inglese, alla quale hanno lavorato oltre 90 biblisti del mondo anglofono, la NTVi adotta un approccio traduttologico funzionale o a equivalenze dinamiche. Tale approccio predilige la chiarezza dei significati e l’immediatezza dell’effetto all’aderenza lessicale e morfosintattica al testo di origine. Pertanto, là dove una traduzione parola per parola non fosse in grado di restituire un testo piano al lettore italiano contemporaneo, il comitato di traduzione NTVi ha optato per una traduzione concetto per concetto.

Sorge qui subito un’obiezione in relazione al valore del segno e della singola parola. Dopo tutto, Gesù stesso afferma: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio”. La NTVi non intende sminuire o relativizzare il valore del singolo segno o della singola parola all’interno del testo. Al contrario, si fa carico di valorizzarla nel contesto dei suoi rapporti con le altre parole e con un intero contesto. La parola in questo senso prende vita e assume valore in ordine ai rapporti di significato di cui è parte e che genera.

Con la NTVi la Società Biblica di Ginevra colma un vuoto lasciato dalle principali traduzioni protestanti e cattoliche – fatta eccezione per l’Interconfessionale, che ha tuttavia la tendenza a cedere alla tentazione della parafrasi – le quali antepongono sistematicamente l’aderenza formale al testo d’origine all’immediatezza dei significati e all’espressività del testo di partenza. Il mito di una traduzione più fedele e accurata quanto più aderente alla lettera dell’originale condiziona ancora i giudizi. Nell’approntare una traduzione, occorre considerare come qualcosa del testo di origine vada inevitabilmente perso. Il traduttore dovrà allora stabilire che cosa intende guadagnare e cosa è disposto a perdere. Tutto ciò che le altre traduzioni perdono, la NTVi lo recupera. In questo senso, la NTVi diventa un complemento fondamentale alle traduzioni già esistenti, sia in funzione di una lettura devozionale sia dello studio.

Una traduzione formale pura – nessuna traduzione “formale” può dirsi pura; l’adesione assoluta alle forme originali comporterebbe infatti, tra le altre cose, il completo snaturamento dei significati nella lingua d’arrivo – presupporrebbe idealmente l’esistenza di un deposito linguistico statico e indipendente da un contesto storico-culturale, sociale, letterario e personale proprio dell’autore e del lettore originario. Un testo simile non esiste e certamente i testi che compongono il NT, scritti o redatti, nel caso di una trasmissione orale precedente la stesura, non sono quel testo. Sono piuttosto ciò che in linguistica definiremmo “atti” o “fenomeni linguistici” afferenti a un contesto dinamico.

Questi atti rivendicano a un tempo natura di rivelazione. Non si tratta, tuttavia, di una rivelazione altra dalla storia dell’uomo bensì, direbbe Corsani, di una rivelazione calata proprio in quella storia. La parola, per così dire, si incarna, si carica delle forme umane, elegge le cose che non sono, autori e lettori, e le riscatta. Viene riflesso così il movimento del Dio che si rivela in questa parola. Il Dio del vangelo non pretende che l’uomo lo raggiunga dove è lui (“Chi è mail salito in cielo?”), ma raggiunge l’uomo là dove si trova con la sua grazia. Potremmo dire allora che l’annuncio corrisponde alla forma in cui l’annuncio è trasmesso. Gli atti linguistici del NT hanno in un senso molto reale una qualità performativa. Essi fanno ciò che dicono.

La lingua del NT non a caso non è un greco elevato o letterario, ma il greco della Koinè, il greco del mercato, la lingua del popolo. Questa lingua ha la capacità di raggiungere i lettori là dove si trovano, ponendo gli autori in relazione immediata con loro e con il loro contesto. È una lingua costitutivamente democratica ed essa stessa conforme all’annuncio del Dio che è nel contempo l’assolutamente Altro e l’Emmanuele.

La NTVi intende riprodurre questo movimento, cercando di fare per la nostra generazione ciò che le traduzioni di Wycliffe e Lutero hanno fatto per le loro. In un certo senso, la NTVi decostruisce la lingua d’origine, intesa nella sua staticità, e con essa il contesto storico-culturale e sociale che l’informa per restituirne il portato al lettore italiano di oggi. Non solo, la NTVi decostruisce altresì le sovrastrutture delle molteplici traduzioni con cui entra in conversazione – Nuova Riveduta, CEI, (Nuova) Diodati, BIR ecc. – per riscoprire un testo che parli al lettore di oggi in Italia come parlava al lettore originario.

In definitiva, la NTVi pone in relazione il testo greco con il lettore italiano oggi, rappresentando una sorta di intertesto compiuto e dinamico, il terreno di un incontro tra il lettore e l’annuncio evangelico e, da ultimo, come vorrebbe Barth, lo spazio dell’incontro fra il lettore e Cristo.

Crediamo che la verità viva in questa parola; ma crediamo anche che questa verità non sia statica, fatta di enunciati che l’uomo possa controllare e custodire come un feticcio. La verità non può essere proprietà di una forma esterna, neppure di una forma che annunci quella verità. La sua natura è dinamica e relazionale e la persona che la informa non la si può cercare tra i morti.

La NTVi nasce come testo adatto a una lettura ad alta voce, un testo pensato per i giovani, per chi è digiuno delle Scritture, ma anche per coloro che hanno grande familiarità con le Scritture. La NTVi ha la capacità di decostruire i presupposti con cui ci avviciniamo al testo, rimuovere, per così dire, le lenti, i costrutti, attraverso cui lo leggiamo, consentendoci di riscoprirlo.

Lo sforzo editoriale compiuto dalla Società Biblica di Ginevra è altresì un invito nuovo rivolto alle donne e agli uomini italiani di questa generazione affinché possano scoprire che questa parola è per loro e affinché, scoprendola, conoscano la verità che vive in lei.

Veramente, capire la Bibbia cambia tutto!

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