Ma tu… lo conosci il GBU?

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E se esistesse un movimento cristiano che opera all’interno dell’università? Un gruppo di persone che vogliono portare il vangelo anche in un ambiente a volte intellettualmente ostile come può essere l’università? Un’organizzazione che cerca di fornire agli studenti cristiani momenti di ritrovo con altri credenti, strumenti di ricerca per disporre di risposte da dare a chi frequentemente cerca solo altre domande da innalzare come barriera contro la verità? E se esistesse questa realtà e non lo sapessi? Questo è stato lo scopo del GBU Open Day, tenutosi a Roma il 21 novembre scorso: far conoscere a quante più persone ignare di ciò, il GBU (Gruppi Biblici Universitari). L’invito a questo evento è stato esteso a tutti, ma principalmente si è cercato di convogliare pastori, responsabili e credenti delle chiese di Roma e dintorni.GBUopenday2

L’evento è iniziato con la possibilità di seguire un seminario a scelta tra “Parlare di Gesù ad un amico: come faccio?” tenuto da Sarah Breuel, “Il vangelo di Giovanni incontra il naturalismo” tenuto da Giacomo Carlo Di Gaetano e “Relazione tra Cristo e l’università: 5 modelli” sostenuto da Marvin Oxenahm. I tre seminari sono stati un palese esempio di ciò che il GBU cerca di sostenere: amicizia e condivisione di Gesù tra gli studenti (e non); ricerca filosofico-scientifica sul cristianesimo, la cultura e la scienza odierna; esplorazione teologica di 5 modelli possibili di relazione tra la fede cristiana e il mondo universitario: il centro di tutto è Gesù e la fede in lui.

Il motto del GBU è condividere Gesù da studente a studente e per dare al meglio la visione di questa possibilità all’interno del mondo accademico, dopo i seminari e una pausa caffè, c’è stata la presentazione del lavoro che questo movimento svolge sul territorio nazionale e internazionale.
Video, testimonianze, interviste hanno cercato, con un ritmo incalzante, di sviscerare ogni aspetto importante del modus operandi del GBU di Roma, provando a dare un’idea di come operano altri gruppi in Italia: per l’appunto è stato presentato il gruppo di Siena con l’intervista di Domenico Campo, studente coordinatore.
GBUopenday1Parlando invece di IFES, abbiamo intervistato Zach Smith, un ragazzo neozelandese, che ha dedicato i prossimi due anni a servire il Signore in Italia tra gli studenti con un programma di IFES chiamato InterAction. Anche l’organizzatore Luca Abatini ha dato la sua testimonianza da partecipante all’Assemblea Mondiale di IFES in Messico (2015).
E’ seguito l’intervento del segretario generale GBU Johan Soderkvist, che ha ulteriormente spiegato come funziona la macchina del GBU, del direttore delle Edizioni GBU Giacomo Carlo Di Gaetano e del presidente Davide Maglie.
Davide ha parlato della sua esperienza all’università e di come ha conosciuto il GBU: quando era uno studente universitario alla facoltà di lettere e filosofia iniziò ad avere interessanti scambi intellettuali con ragazzi non credenti, intelligenti e spesso preparati, che avevano risposte filosofico-scientifiche ai problemi della vita e dell’esistenza. Davide era una persona credente circondata da altre persone che non erano credenti ed erano ben consapevoli del perché. Ma Davide vedeva questi ragazzi non come minacce da cui tenersi lontano bensì come opportunità per poter parlare di Gesù. Così insieme ad alcuni studenti cattolici organizzò delle conferenze all’università su temi riguardanti la fede. Solo a questo punto, in uno dei dibattiti, incontrò altri credenti evangelici facenti parte del GBU. Davide oggi è il presidente del GBU perché ha creduto, riconosciuto e sperimentato l’importanza di un supporto per i giovani studenti universitari che si trovano spesso soli dentro le proprie facoltà: amicizia, incoraggiamento nella costanza della fede e l’obiettivo di “condividere Gesù da studente a studente”. Questo è il GBU, questo è ciò che l’evento GBU Open Day ha presentato alle chiese di Roma, per dare la possibilità di trovare fratelli e sorelle anche nell’università, perché la famiglia di Dio possa espandersi e perché chiunque possa trovarne riparo e incoraggiamento, tutto per la gloria di Dio.

Il tutto si è concluso con la cena e con un piccolo spettacolo in cui si sono esibiti vari artisti e cantanti.
È stato un evento speciale, emozionante e divertente che ha visto la collaborazione di studenti e staff del GBU, e il ringraziamento va agli organizzatori dell’evento, Ester Masdea e Luca Abatini in primis, e ancora ad Alessandro Amico e Debora Oxenahm, e a quanti hanno aiutato a organizzare e hanno collaborato per rendere questo giorno un giorno speciale.

Claudio Monopoli
(GBU Roma La Sapienza)