Seguaci fino in fondo?

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La mia prima “Festa GBU” è capitata, come spesso accade, tra mille impegni ed esami. Ma sono contenta di aver preso quei tre giorni, in cui ho potuto condividere la mia fede in Gesù con altri studenti come me, affetti dalla voglia di conoscere più da vicino la volontà del Signore.

Ero molto incuriosita dal tema proposto, “Seguimi”, e al tempo stesso dall’oratore del convegno, Danny Pasquale, che avevo già conosciuto a un campo estivo qualche anno fa.
Come coordinatrice GBU non vedevo l’ora di conoscere gli altri gruppi GBU di tutta Italia.

Non sapevo proprio cosa aspettarmi, però… lo studio biblico, e poi? La risposta non ha tardato ad arrivare, infatti sono subito stata coinvolta come aiutante presentatrice durante la prima sera, insieme a Giovanni Donato, il mio staff locale, che mi ha convinto a guidare insieme a lui la serata di presentazione. Inizialmente ero un po’ riluttante all’idea e mi chiedevo se ci fosse qualcun altro che potesse sostituirmi. Ma, alla fine del week-end, ho capito che parte della Festa sono gli studenti stessi, che si mettono al servizio per la buona riuscita del convegno, collaborando con gli staff nelle diverse attività. È stato bello servire, diventando parte integrante del convegno.

Preghiera per i coordinatori GBU

Ammetto che per me non è mai stato facile condividere la fede con persone non credenti, forse per paura di essere giudicata; spesso, davanti a situazioni particolari, mi blocco. Quindi quel “Seguimi” è stato per me come un richiamo, necessario per ricordarmi con chi ho a che fare e per chi sto “lavorando”. Come Danny ci ha ricordato, se abbiamo scelto Cristo dobbiamo essere pronti a seguirlo, a ogni costo, non una sola volta ma ogni giorno, scegliendo di avere fede e di amare come Gesù ha fatto con noi, donandoci la vita eterna. Ma per fare questo dobbiamo mettere da parte e far morire ogni giorno il nostro Io.

Un’altra riflessione che mi ha colpito, a proposito della nostra natura, è che non possiamo negare quello che siamo: seguaci del Dio vivente. Come è stato per la chiesa di Tessalonica: “Infatti da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell’Acacia, ma anzi la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo” (Tessalonicesi 1:8), così anche la nostra fede risplenderà per la gloria di Cristo. Se siamo quindi consapevoli di ciò, non dovremmo aver paura di presentarci al mondo così come siamo, perché ciò che facciamo è per il Signore.

Anche se quest’anno il nostro gruppo GBU non è riuscito a organizzare grandi eventi evangelistici nell’università, l’esempio dei Tessalonicesi mi ha incoraggiato a non mollare e a continuare. Dobbiamo portare la testimonianza di Gesù a quei ragazzi che ci frequentano abitualmente ma che non credono in lui o che provengono da altre religioni.

Fino a che punto siamo pronti a testimoniare per Gesù quello che ha fatto per noi? Siamo pronti a prendere la nostra croce per seguirlo? Se prima avrei potuto trovare scuse vane per tacere la verità di Gesù in mezzo ai miei colleghi universitari, adesso non posso che essere onorata di poter servire per l’opera del Signore, anche a costo di essere considerata deviante per questa società.

Ringrazio quindi il Signore perché ho potuto partecipare al convegno che mi ha aiutato a ricaricare le “pile spirituali” per continuare la sua testimonianza.

 

Monica Calucci
(GBU Siena)