Articoli

Delegazione italiana alla World Assembly
Tempo di lettura: 4 minuti

di Marco Piovesan, studente GBU

«… voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio» (1Pietro 2:10a)

Avreste mai immaginato che in un solo regno potessero convivere 168 culture diverse? Ebbene, nel regno di Dio funziona così. Sì, a volte ripensiamo al fatto che in Cristo siamo stati chiamati da ogni popolo e nazione, ma spesso non riusciamo veramente a concepire l’entità di questa realtà. Con la World Assembly di IFES, invece, possiamo toccare con mano il significato autentico di essere un solo popolo, membra dell’unico corpo di Cristo.

La World Assembly è un evento che si tiene ogni quattro anni. Ha lo scopo di riunire delegazioni da tutti i movimenti nazionali che hanno il testimoniare Cristo all’università come ministero (per esempio il GBU in Italia) per prendere decisioni per la fellowship globale. L’aspetto burocratico, però, è poco più di un pretesto per vivere una settimana di condivisione ed edificazione tra fratelli e sorelle che condividono la stessa missione.

Quest’anno, l’appuntamento era fissato per i primi di agosto a Jakarta, in Indonesia. Partecipare a questo evento come studente del GBU è stato qualcosa di cui Dio si è servito in modo incredibile. Un articolo non potrebbe mai contenere tutta la ricchezza spirituale che Dio ha saputo provvedere, tuttavia non posso non condividere alcuni insegnamenti fondamentali.

Non siamo soli nello zelo

Come studenti del GBU, penso che diverse volte ci siamo ritrovati davanti agli occhi l’immensa missione di condividere Gesù agli studenti delle nostre università, Tuttavia, siamo stati scoraggiati dal vedere qualcosa che va oltre la nostra portata. Alla luce di questo scoraggiamento, troviamo una sorta di equilibrio in cui adagiarci.

Conoscere altri studenti e vedere lo zelo per Dio di cui sono ripieni ha cambiato completamente il mio modo di vedere queste difficoltà. Sì, anche loro vedono questa missione come qualcosa di immenso, ma hanno Dio al centro del loro cuore al punto che pensano ogni secondo come un’opportunità per parlare del vangelo.

Questo naturalmente richiede spesso di impegnare le proprie serate con eventi, studi biblici, riunioni organizzative e incontri a tu per tu, ma il desiderio di vedere Cristo glorificato supera il desiderio personale di avere tempo per se stessi. Insomma, ho visto in questi studenti la piena consapevolezza che vale la pena di sacrificarsi per Dio e che il vero modo di ragionare è quello di ragionare con una prospettiva eterna.

«Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.» (1Corinzi 15:58)

Non siamo soli nel servizio

Una battaglia che come studente ho vissuto negli ultimi due anni è stata quella di voler organizzare qualche evento all’università, ma di trovare sempre troppo poche persone nel gruppo GBU per poterlo realizzare.

Alla World Assembly una sera ho condiviso questa battaglia con le persone con cui ero seduto a tavola e la risposta che ho ricevuto è stata subito: “Invitaci, possiamo venire come aiuto dall’estero per partecipare e organizzare una settimana di eventi.” Sono stato spiazzato dalla semplicità di questa frase, ma mi ha fatto comprendere che essere un unico popolo in Cristo non significa solo salutarsi e raccontarsi belle esperienze una volta ogni quattro anni: possiamo usare questo immenso privilegio per lavorare in stretta collaborazione, venirci incontro nei bisogni reciproci e affaticarci insieme per veder avanzare il regno di Dio.

A questo punto mi sento caricato della responsabilità di fare un uso opportuno del dono così prezioso di avere veri collaboratori in Cristo con la stessa prospettiva.

Non siamo soli nelle sofferenze

Senza dubbio in ogni angolo della Terra si stanno affrontando sfide diverse, e la World Assembly è stata inevitabilmente un’occasione per ascoltare storie di lotte e sofferenze specifiche delle diverse nazioni. Abbiamo discusso di problemi di giustizia sociale, di salute mentale e di stress dato dal contesto universitario.

Penso, però, che quello che più deve far riflettere è la persecuzione (non solo psicologica) a cui tanti cristiani sono sottoposti. Ritrovarmi a mangiare a tavola con credenti che letteralmente ogni giorno espongono la loro vita alla morte per amore di Cristo, ha fatto nascere in me molte domande. L’unico modo in cui loro possono vivere è quello di incarnare il vangelo nelle loro vite con il loro comportamento, al punto che questo possa far nascere nelle persone attorno il desiderio di porre domande sulla fede cristiana.

Mi chiedo se, nel contesto italiano in cui siamo ben lontani dal rischiare la vita, ho lo stesso desiderio di impersonare Cristo in ogni ambito della mia vita. Sono veramente disposto allo stesso sacrificio per Dio a cui questi fratelli sono esposti ogni giorno? Anche per me, come per loro, «il vivere è Cristo e il morire guadagno» (Filippesi 1:21)?

C’è, però, qualcosa di estremamente incredibile in questi esempi: Cristo è talmente prezioso che vale la pena di dare la nostra stessa vita pur di restare insieme a Lui.

Non siamo soli perché Dio è con noi

Certamente la World Assembly non solo è stata ricca di tutti questi insegnamenti di carattere generale, ma è stata anche un’occasione per riflettere dal punto di vista personale. A proposito di questo c’è un concetto che è stato ribadito tantissime volte e di cui non posso più fare a meno: prendere consapevolezza della presenza di Dio nella nostra vita.

Tantissime volte nella Bibbia compare la promessa di Dio “Io sarò con te”, ma spesso ci capita di non considerare questo nella quotidianità. Ho avuto modo di parlare con diverse persone che hanno servito in IFES per decenni. Un aspetto su cui ciascuno di loro insisteva dopo così tanti anni di ministero è che la relazione personale con Dio è la base di tutto quello che facciamo. Non possiamo pensare di servire Dio senza essere in comunione con Lui. Abbiamo bisogno di ricercare Lui e la Sua presenza: essere consapevoli che Lui è con noi può trasformare radicalmente il nostro modo di vivere per Lui.

«O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?» (Michea 6:8)

La vita cristiana e anche il servizio cristiano sono un continuo camminare fianco a fianco con Dio.

Tempo di lettura: 3 minutiIFES World Student Day — un giorno di preghiera per gli studenti di tutte le nazioni

Il 20 Ottobre 2017, studenti, laureati, staff e sostenitori della missione studentesca in tutto il mondo si riuniranno per pregare assieme.

È un modo unico per cogliere la visione della missione di Dio in tutto il mondo e di ascoltare e pregare per fratelli e sorelle di tutto il globo. Nei giorni che precedono il World Student Day, condivideremo con voi delle richieste di preghiera da studenti delle 11 regioni di IFES. Vi invitiamo a pregare per loro e a partecipare al World Student Day in modo che la gloria e la potenza di Dio si possa mostrare attraverso le nostre preghiere.

Mandate le vostre richieste di preghiera e scoprite idee su come pianificare un evento di preghiera su ifeswsd.org

Pregate per studenti in Finlandia, Brasile, Singapore e in tutto il mondo

Johannes, OPKO Finlandia

Johannes FinlandiaStudio medicina a Kuopio. Ci sono 20 persone nel mio gruppo OPKO e io sono il coordinatore. In Finlandia alcune persone seguono Cristo, altre sono aperte ma non lo seguono, altre sono apatiche e altre ancora lo rifiutano. Abbiamo un bel gruppo di studenti, mi sento bene e al sicuro tra di loro. Dio sta equipaggiando il nostro gruppo, per esempio lasciandoci organizzare una settimana evangelistica e facendoci imparare. Lui sta equipaggiando gli studenti credenti e raggiungendo i non credenti tramite il gruppo. Pregate per un programma di formazione per i membri del gruppo, per nuovi coordinatori e che gli studenti possano veder rafforzato il loro rapporto con Gesù.

Ana Clara, ABUB Brasile

Ana BrasileStudio psicologia e sono la presidente di ABU Lavras. Abbiamo 17 studenti attivi in gruppi di studio biblico a UFLA e a UNILAVRAS. Il cristianesimo è largamente accettato in Brasile, anche il nostro calendario delle festività è cattolico, sebbene il paese dice di essere secolare. Il nostro gruppo è cresciuto di più come corpo di Cristo e speriamo che i semi che abbiamo piantato tra i non credenti possano un giorno germogliare. Pregate che il gruppo locale, che si estende per tutta la città, si possa rafforzare. Pregate che i gruppi di studio biblico possano avere un impatto nelle vite di molte persone all’università e che non sia solo un gruppo per amici credenti. Pregate che il nostro gruppo impari a lasciare il “ghetto dei credenti” e che sia più attivo nelle università.

Natalie, FES Singapore

Natalie SingaporeStudio psicologia, sono parte di NTU-CF che ha circa 226 membri. Singapore è un paese piuttosto multi religioso, diversi gruppi religiosi vivono in armonia. NTU-CF sta cercando di far crescere la visione di essere sale e luce all’università e oltre. Ci sta sfidando a pensare e ad agire sulle ingiustizie intorno a noi, di amare il nostro prossimo come gruppo di credenti, di cercare la volontà di Dio attraverso lo studio della sua parola, e di riflettere sulla giustizia di Dio con la nostra mente, le nostre parole e le nostre azioni. Pregate che Dio ci dia saggezza per raggiungere il campus nel modo in cui Lui vuole, e che ci usi come le sue mani e i suoi piedi, e suoi messaggeri di amore, per essere una voce profetica a NTU. Chiedete che Dio ci dia più passione di essere sale e luce per Lui, tra i membri del nostro gruppo e tra gli altri credenti intorno a noi. Pregate che Dio dia ai coordinatori di NTU-CF la forza di guidare, saggezza e umiltà.

Parteciperai al World Student Day?

Vai sul sito per iscriverti, condividere le tue richieste di preghiera, e trovare richieste di preghiera di studenti e staff di tutto il mondo IFES.

Delegazione italiana a IFES Presence 2017

Tempo di lettura: 2 minuti

Siamo presenti.

Sono tornata da poco da Presence, il convegno europeo sull’evangelizzazione. Eravamo un bel gruppo di più di 20 dall’Italia e, a primo impatto, Presence ci ha colpiti proprio per la presenza di così tanti studenti credenti (più di 1500) provenienti dalle università di tutta Europa.

Ho mangiato con un ragazzo che è solo nella sua università, in un paese dove i credenti vengono perseguitati, e anche con ragazzi che fanno parte di gruppi molto numerosi. C’erano studenti di ogni corso di studio che si possa immaginare, da tantissime città. Durante il pomeriggio ogni movimento nazionale aveva la possibilità di esporre locandine, giochi, questionari ed eventi che avevano funzionato nel suo paese, in una sorta di “mercato di idee”. Abbiamo avuto così l’opportunità di confrontarci con le altre delegazioni su come condividere il vangelo nelle università. L’Italia ha presentato l’idea dell’aperitopic (aperitivo con discussione a tema) e forse si diffonderà in altri paesi! Abbiamo preso spunto dalla creatività di tante idee originali dagli altri gruppi e nei prossimi mesi questa ispirazione arriverà ai nostri gruppi in tutta l’Italia.

Siamo convinti.

Per me il convegno è stato un momento per riflettere su come costruire il ponte fra la cultura in cui viviamo e le verità in cui crediamo. Abbiamo sentito interventi su temi molto attuali come la sessualità o le tendenze della cultura postmoderna, e ogni volta per me è stata una boccata d’aria fresca ricordarmi che quello che Dio ci offre in Cristo è più buono della pseudo-felicità offerta dalla cultura in cui viviamo. Ho riflettuto molto sulla bontà della buona novella: non offriamo ai nostri amici una speranza effimera e una vita di sacrifici ma la possibilità di conoscere il Dio vivente e di trovare un tesoro che vale più di ogni altra cosa.

L’insegnamento dal libro di Giona e una predica su Giovanni 1 hanno messo in evidenza l’immensità della grazia di Dio. Che Dio misericordioso che manda suo Figlio a portare via il peccato del mondo! E che buon Dio che ha misericordia di Ninive e di un profeta riluttante! Questa è una notizia che vale la pena diffondere nelle università, perché è buona notizia per chi crede.

Siamo carichi.

Siamo stati sfidati in tanti modi a Presence: a usare i propri doni e interessi come spunto per parlare di Cristo; essere pronti a condividere questo messaggio con i nostri amici e a invitarli a indagare le fonti bibliche con noi; avere il coraggio di organizzare eventi evangelistici all’università; avere la costanza di perseverare quando non vediamo i frutti e pensare a nuovi modi di diffondere lo stesso vangelo di sempre. Ho visto i miei amici italiani rispondere con tanta maturità a queste sfide, li ho visti riflettere molto e valutare tanti spunti e stimoli. Abbiamo parlato molto delle mancanze culinarie di altre culture, ma abbiamo anche parlato tanto di come applicare le lezioni del convegno al nostro contesto.

Questo gruppo ha un’energia instancabile: abbiamo ballato come scemi (sarà colpa nostra se ‘Andiamo a Comandare’ arriva in Grecia o Romania!) e abbiamo cantato a squarciagola ovunque. Ci siamo fatti riconoscere subito come la rumorosa e divertentissima delegazione italiana. E sorrido pensando che questo è lo stesso entusiasmo che portiamo con noi dentro le università italiane e, con l’aiuto del Signore, tanti vedranno la bontà della buona notizia.

Siamo presenti, siamo convinti e siamo carichi!

Aoife Beville
(GBU Napoli)

Logo IFES

Tempo di lettura: 2 minutiFEUER (fuoco, in tedesco). Rende bene l’idea della passione, la forza e la velocità con la quale FEUER sta portando avanti eventi di missione (settimane evangelistiche) in tutta Europa. Nella prima metà di quest’anno  ci sono stati eventi FEUER in più di 150 università in 30 Paesi europei. Anche se la maggior parte degli eventi sono stati in Inghilterra,  ce ne sono stati 3 in Albania, 2 in Danimarca, 10 in Norvegia, 2 in Serbia e Montenegro, 5 in Spagna, 2 in Ucraina e altri in Moldavia, Bielorussia, Bosnia, Olanda, Austria, Svezia e Svizzera.


EUS Serbia, Credo Sweden, CCX Ukraine

Marko dalla Serbia scrive, ‘Novi Sad è la seconda università più grande della Serbia. E’ molto secolare. Abbiamo tentato in tutti i modi di organizzare un dibattito all’università, ma la proposta non è stata accolta. Però non ci siamo scoraggiati. Abbiamo invece affittato lo spazio in uno dei bar più popolari al centro dell’università!

‘Il tema della settimana era “La Ricerca”. Lunedì c’è stato il dibattito con una Società Atea e sono venute circa 100 persone. Mercoledì e giovedì c’erano circa 70 studenti di cui il 40% non credenti. E’ stato incredibile vedere la stanza pieno per quattro sere di fila. Ventidue nuovi studenti hanno lasciato il loro contatto.’

[…]
La primavera scorsa, gli studenti di CCX Ucraina a Kharkiv hanno organizzato la loro prima settimana evangelistica nell’Università Centrale e hanno visto quanto Dio sia all’opera tra gli studenti! Nel corso della settimana circa 250 studenti hanno ascoltato il vangelo e 10 di loro hanno risposto alla chiamata di dedicare la loro vita al Signore.

Ora a Kharkiv stanno svolgendo la seconda settimana evangelistica (2-6 November). Il tema è «Cristianesimo senza Censura». Gli organizzatori scrivono con grande entusiasmo a proposito dell’autorizzazione di svolgere gli eventi in tre campus: ‘Potremo parlare agli studenti di Dio e invitarli con urgenza a seguire Cristo – e questo è un miracolo! E questa grande opera di Dio ha unito gli sforzi di 10 chiese e circa 60 persone in un’unica missione: la missione nell’università.

Pregate che il progetto porti frutto e le chiese di Kharkov accolgano gli studenti neo convertiti.’

In questi giorni c’è la conferenza annuale di FEUER, in Francia: 100 evangelisti da 36 Paesi europei ed euroasiatici si riuniranno dal 6 al 9 novembre e l’evento sarà seguito da settimane evangelistiche in Albania, Francia e Svizzera. Pregheresti per la formazione di questi giovani evangelisti e affinché le vite di molti non credenti siano toccate in questi giorni?

Dall’Italia partecipano Francesco Schiano (Staff Napoli) e Paul Chatfield (Staff Torino). Entrambi fanno parte del network PROCLAMA  del GBU italiano che condivide gli scopi e la visione di FEUER ma nel contesto italiano.

Continua la lettura sul sito IFES (Inglese-Francese-Spagnolo)

I delegati GBU alla IFES World Assembly 2015

Tempo di lettura: < 1 minutoDal 22 al 30 luglio una delegazione GBU è presente all’assemblea mondiale della International Fellowship of Evangelical Students (IFES) di cui siamo membri dagli anni ’50.

Siamo nella cittadina di Oaxpetec in Messico in un centro di conferenze e turismo insieme a più di 1000 delegati da 158 movimenti nazionali. Credo che solo alle Nazioni Unite si possa trovare una tale varietà di nazioni e qui l’atmosfera è sicuramente molto diversa :-). L’obiettivo è testimoniare di Gesù in ogni università del mondo. Testimoniare significa anche rispondere ai problemi degli studenti e alle sfide presenti nei singoli paesi. Si parla di testimonianza, ma anche di amore per il prossimo, cura del pianeta, giustizia sociale, ecc.

Culture diverse, modi di fare diversi, lingue diverse… una ricchezza incredibile. Puoi pranzare seduto con un nepalese, un koreano, un messicano e un nigeriano e mezz’ora dopo pregare in piccoli gruppi con un brasiliano, canadese, russo e ucraino.

L’assemblea mondiale avviene ogni 4 anni e serve per discutere e votare la direzione e le scelte strategiche di IFES, ma anche per confrontarci su tematiche che riguardano l’università nel mondo e la testimonianza di Gesù al suo interno.

Potete seguire in tempo reale su:

https://www.facebook.com/ifesworld

La parte studentesca della nostra delegazione, Carol e Luca, cercano di condividere qualcosa sulla pagina facebook:

https://www.facebook.com/carolinmexico2015