Una piacevole riscoperta
Devo confessare che quest’anno non avevo proprio alcuna voglia di partecipare al Convegno Nazionale GBU. Il tema interessante, l’oratore molto conosciuto e il piacere di ritrovare “i soliti sospetti” non mi sembravano motivi sufficienti per costringermi a diverse ore di macchina e a sacrificare un ambitissimo (e sospirato) ponte di 4 giorni consecutivi. Inoltre, i 7 anni che mi separano dalla conclusione del mio percorso di studi iniziano a insinuare il vago sospetto di non potermi più considerare uno studente universitario e, non avendo mantenuto nessun rapporto accademico, mi sono chiesto se non rischiassi di sentirmi un pesce fuor d’acqua.
Eppure, grazie alle (giuste) insistenze di mia moglie Elena, ho avuto il piacere di riscoprire un’occasione di confronto e di riflessione con la rilassatezza di poter dedicare del tempo a conoscere nuove persone e a farmi punzecchiare da nuovi stimoli.
Ho avuto modo di ricredermi subito sul timore di ritrovarmi soltanto con le solite persone dato che, tra tanti rincontrati piacevolmente, ho avuto subito occasione di fare qualche nuova conoscenza davvero molto stimolante. E se la spropositata scorta di caramelle e gomme di cui mi ero fornito mi ha consentito di mantenere attivo il mio cervello un pò arrugginito durante gli interessanti seminari, il piacere di chiaccherare mi ha anche portato, almeno per una sera, a fare le ore piccole ormai tabù per un vecchietto come me.
Durante uno dei pranzi è stata fatta la richiesta di abbassare il volume del rumore nello spazio comune della hall, per non disturbare chi doveva seguire le sessioni plenarie, dato che il cuore del convegno sono i seminari e la formazione. Questa osservazione mi ha però fatto riflettere: in realtà il cuore del convegno è diverso per ognuna delle nature del GBU.
I seminari e gli insegnamenti sono sicuramente una delle componenti del convegno ma quest’anno lo ho scoperto anche essere composto dalle ricche sfaccettature che rappresentano gli interessi di ognuno dei partecipanti.
Il conoscere altri studenti e il lavoro dei gruppi nelle varie città; lo scoprire le novità editoriali; il ritrovare amici da tanti anni o fare nuove conoscenze; il ricevere nuovi insegnamenti o avere l’occasione di lodare assieme ad altri credenti; il pianificare le attività future o il discutere su tematiche teologiche; anche il semplice avere occasione di offrire un caffè o due… sono tutte esigenze che possono trovare il loro spazio nel Convegno Nazionale.
Sono anche espressione delle varie nature del GBU (i gruppi studenteschi, la casa editrice, il DiRS, la sala di lettura) che solo nel dialogo a tu per tu e nel confronto personale possono e potranno trovare un punto d’incontro per servire insieme.
In conclusione? Sarebbe stato decisamente male non partecipare… e per chi è venuto non è sicuramente un mistero opaco!
Stefano Venturi
(ex-GBU Firenze)