Armenia, un viaggio curiosamente benedetto
Il viaggio si è concluso da non più di quindici giorni e i ricordi non possono che essere nitidi e intensi.
Dal 13 al 22 agosto in Yerevan, Armenia, ci aspettava il progetto Erasmus+ incentrato sull’Imprenditoria giovanile, e una serie di incontri evangelistici organizzati insieme al CICI (il gruppo GBU locale). Prima ancora di partire avevamo già incontrato la nostra prima sfida: eravamo senza il nostro staff di riferimento, Lorens, costretto a casa per un grave infortunio. Però l’amore per le anime era troppo forte per scoraggiarci o fermarci e, rimboccandoci le maniche, insieme abbiamo guidato il gruppo.
Il GBU per questo viaggio ha mandato Grazia, Daniel, Justin, Alessandro, Silvia e il sottoscritto. Posso affermare con sicurezza che la formazione di questo gruppo è stata divinamente guidata. A titolo esemplificativo: chi avrebbe mai pensato che avere due madrelingua spagnoli, Daniel e Grazia, sarebbe stato cruciale per condividere Gesù all’impiegata dell’ostello armeno dove risiedevamo? Dio fa queste cose curiose.
Come un corpo ognuno ha sopperito alle difficoltà e alle mancanze dell’altro, facendosi forza e mantenendosi in equilibrio fra mondo e santità. Uno dei motti principali di questo viaggio è stato l’essere greco con i greci. Abbiamo avuto a che fare con tre differenti culture: all’Erasmus+ partecipavano studenti armeni, georgiani ed estoni. La sfida è stata amare ognuno di essi nel profondo interpretando correttamente la loro cultura e il loro stile di vita. Gli addii dell’ultimo giorno testimoniano del grande amore che si è instaurato fra tutti i partecipanti e di come Dio ci abbia aiutato a interessarci genuinamente a ognuno di loro.
Una grande gioia l’abbiamo potuta osservare in G., uno dei ragazzi venuti dall’Italia, non facente parte del GBU, che alla fine dell’Erasmus, dopo aver speso parecchio tempo a parlare di Gesù con Alessandro, ha deciso di pregare insieme a noi quel Dio che tanto lo incuriosiva quanto respingeva.
Oltre alla condivisione personale del vangelo ci sono stati anche due momenti di condivisione pubblica che hanno visto una grande partecipazione da parte degli studenti. I temi erano: la soddisfazione e la vita dopo la morte. Le serate erano strutturate in modo che prima del discorso evangelistico ci fossero dei gruppi di discussione, guidati da Daniel, Grazia e da Justin con la sua innata simpatia. Nell’ultima serata a disposizione, dopo la predicazione, abbiamo distribuito a tutti una copia del vangelo di Giovanni nella propria lingua madre. Il fatto curioso, e qui un’altra sfida, è stato che era praticamente irreperibile una copia del vangelo che non fosse in lingua locale. Allora Daniel e Silvia hanno avuto la brillante idea e iniziativa di stampare e rilegare quanti vangeli fossero necessari, potendo così concludere il nostro Erasmus+ lasciando ai partecipanti quanto più ci sia di prezioso al mondo.
Molti sono i nomi e le storie di persone che vorrei raccontarvi, ma la cosa più importante con cui vorrei lasciarvi è che Dio non si è risparmiato nel guidarci in questo viaggio curiosamente benedetto e ci ha portato esattamente dove e come voleva lui, dimostrandosi fedele.
Alcune impressioni dai compagni di viaggio:
Dio ha veramente utilizzato ogni nostra piccolezza e ogni nostra fragilità per poterci confrontare e parlare con tutti i ragazzi che abbiamo incontrato. Se c’è una cosa che ho capito con questo viaggio è stata che tu potrai essere anche il più grande dei predicatori ma non sarai mai tu a convertire le persone. Solo la potenza della Parola di Dio può toccare in profondità l’animo delle persone. (Alessandro)
Cercava di rispondermi in inglese ma non ci riusciva… ci provava in russo ma io non capivo… allora ha preso il cellulare, ha cominciato a scrivere per poi mostrarmi la schermata di Google Translator in italiano: “Mi piace molto come vivi la tua religione”. Il mio cuore si è illuminato: “Sai N., per me non è una religione ma un rapporto personale che vivo ogni giorno…” (Silvia)
Se dovessi riassumere il viaggio in una sola frase lo descriverei come un alternarsi di sfide e benedizioni, dove in più di un’occasione abbiamo visto chiaramente il Signore agire. (Daniel)
… Nonostante non sapessi bene quale era il mio ruolo nel progetto, Dio mi ha utilizzato in maniere che io non conoscevo, ma soprattutto ha incastonato in una maniera perfetta ogni membro del gruppo… (Grazia)
Questo tipo di evangelizzazione nella mia opinione era molto efficace e vera rispetto a quello che ormai siamo abituati a fare con altri eventi. (Justin)
Beniamino Barra
(GBU Milano Bicocca)