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di Daphne Manlapaz (coordinatrice GBU Torino)

Quando mi hanno proposto di partecipare alla Formazione, mi sono fatta subito un’idea di come sarebbe stata: avremmo letto la Parola, ricevuto un insegnamento, partecipato a seminari e pregato. La mia aspettativa era giusta, ma Dio mi ha dato molto di più: mi ha donato una comunità, una famiglia. Ognuno di loro è stato per me ciò che Paolo è stato per i Corinzi: uno specchio della gloria di Dio, che riflette la luce del Padre.

Costretti dall’amore di Dio

Ciò che ha riunito tutti noi, studenti e staff da tutta Italia, in un hotel di Rimini è stato l’amore di Dio che opera in noi. Il Suo amore, nelle nostre città e nei nostri GBU locali, ha prodotto speranza per le persone che avremmo incontrato dopo. Come scrive Paolo in 2 Corinzi 5:14, l’amore di Cristo ci spinge: il pensiero del vangelo e l’amore che proviamo per Dio non riescono a contenere il nostro desiderio di condividere il vangelo e parlare dell’amore che noi per primi abbiamo sperimentato.

Il tema

Durante la Formazione abbiamo letto e meditato dal terzo al quinto capitolo della Seconda Lettera ai Corinzi. In questi capitoli, Paolo ricorda ai Corinzi chi sono in Cristo, chi è Dio per loro e come sono chiamati a vivere per amore di Gesù. 

Paolo inizia affrontando un dubbio che alcuni avevano nei suoi confronti: la sua autorità era davvero valida? Per rispondere, li conduce a riflettere su se stessi e sul cambiamento che il vangelo ha prodotto nelle loro vite. Il vangelo, infatti, trasforma i cuori. Ma non solo: il vangelo è anche la luce della gloria di Dio, una luce che si riflette in noi e che gli altri possono vedere. Non siamo noi a dover dimostrare questa gloria, perché è Dio stesso a manifestarla attraverso di noi, anche nella sofferenza. E la nostra sofferenza, per quanto reale, è “leggera e momentanea”, perché mentre l’uomo esteriore si consuma, quello interiore si rinnova di giorno in giorno per la grazia di Dio. 

Consapevoli di questa grazia, pienamente rivelata nella morte di Gesù, Paolo ci invita a vivere una vita con lo sguardo fisso su Cristo e a condividere questa vita come testimonianza dell’amore di Dio.

Come vasi di terra

Quest’anno non ero l’unica a partecipare per la prima volta alla Formazione e ad affrontare il nuovo anno accademico come coordinatrice: eravamo in molti. E penso che tutti noi, di fronte alla domanda “Vuoi essere coordinatore?”, ci siamo chiesti: “Sono davvero all’altezza?”. Ricevere e ricordare le parole di Paolo ci ha rassicurati: non è per le nostre forze o capacità che possiamo servire, ma per la potenza di Dio. Dio, come un vasaio, ci ha resi vasi di terra (che oggi potremmo paragonare a semplici bicchieri di plastica biodegradabile): fragili, di poco valore materiale. 

Eppure, come scrive Paolo, noi non siamo vasi vuoti: portiamo dentro di noi un tesoro, il vangelo. Lo abbiamo sperimentato personalmente, e i nostri cuori sono la prova vivente che Dio ha scritto, e continua a scrivere, la nostra storia. 

Ora, terminata la Formazione, siamo pronti ad affrontare il nuovo anno accademico con speranza, fiducia e franchezza, consapevoli della forza che il vangelo porta in noi.

Stesso Spirito di fede

Questo cambiamento di postura l’ho potuto vedere con i miei occhi, nei cuori di ciascuno di loro. Ho visto cuori aperti in adorazione, che invitavano Dio a dimorare dentro di sé. Ho visto Dio operare in ognuno, donando coraggio e forza per affrontare ciò che sarebbe venuto. Ho visto che non solo Dio era con noi, ma ciascuno di noi era lì per l’altro: ognuno incoraggiava il fratello o la sorella con la preghiera e con parole di speranza e di fede. Eravamo uniti in Cristo, animati dallo stesso Spirito di fede. E se non è stato Dio a renderlo possibile, chi altri avrebbe potuto? In pochi giorni, quella stanza d’albergo è diventata una casa, perché lo Spirito di Dio dimorava con noi. E quelle persone, ognuna con la propria storia e il proprio passato, sono diventate fratelli e sorelle in Cristo. La Formazione sarà anche finita, sì, ma il nostro amore per Dio no. 

Ora ciascuno di noi è tornato al proprio GBU locale, lontano dagli altri rispetto a quando eravamo a Rimini. Eppure li sento tutti vicini, in spirito e nel cuore. Ognuno sta affrontando un nuovo anno e situazioni diverse, ma il Padre a cui ci rivolgiamo è lo stesso, e il Suo amore continua ad abbondare su ciascuno di noi, nelle nostre vite uniche e differenti. La Formazione è finita, sì, ma il nostro spirito di fede non lo sarà mai.

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di Andrea Becciolini, Staff GBU Firenze e responsabile Formazione coordinatori.

Una delle domande fatte ai 26 studenti che hanno partecipato al fine settimana di Formazione nazionale (26-29 Settembre) è se si sono sentiti ben equipaggiati per affrontare l’impegno di coordinatore per l’anno accademico a venire. Ringraziamo Dio per come praticamente tutti hanno risposto di sì. E chi ha risposto in altro modo l’ha fatto menzionando due principi che in realtà presentiamo durante la Formazione stessa: la totale dipendenza dal Signore e la natura del processo formativo che dura tutto l’anno accademico a livello locale, in continuità degli input ricevuti durante il fine settimana di Formazione.

Le aree in cui desideriamo equipaggiare gli studenti coordinatori comprendono non solo la capacità (nell’articolare in vangelo, nell’organizzare eventi, nel guidare studi biblici, nel coordinare un gruppo), ma anche e soprattutto la conoscenza sempre più intima di Dio così che maturi in loro un carattere sempre più simile a quello di Cristo. Per questo motivo la Formazione si articola su tre “track”: Conoscere Dio, Coordinare altri, Condividere Gesù. Tre filoni diversi ma interconnessi che puntano allo stesso scopo, quello di vedere studenti testimoni fedeli di Gesù nell’università che guidano altri studenti ad esserlo a loro volta

I momenti nella Parola di Dio sono dunque fondamentali, sia nello studiarla in gruppetti che nell’ascoltarla predicata. Ringraziamo l’oratore di quest’anno, Domenico Campo (Staff GBU per la Sicilia), per le eccellenti predicazioni da 2 Corinzi 3-5 che ci hanno portati a considerare la verità e le conseguenze legate al fatto che quello stesso Dio creatore che ha detto “splenda la luce nelle tenebre” risplende nei nostri cuori, per far brillare la luce della conoscenza della sua gloria che rifulge nel volto di Gesù Cristo (2 Cor. 4:6). Sì, gli studenti coordinatori sono come vasi di terra del primo secolo, equivalenti a bicchieri di plastica compostabile (è stata una battuta alla Formazione, ndr) del ventunesimo secolo – comuni, fragili, effimeri – eppure hanno in loro stessi il tesoro del vangelo, la gloria del Dio creatore, la luce del Cristo risorto, la presenza dello Spirito Santo, affinché la potenza sia attribuita a Dio e non a loro stessi in quanto semplici ambasciatori del Re dei re.

Queste verità si sono riflesse nei vari seminari, workshop e attività svolte, nella lode, nella preghiera come anche negli gli esercizi evangelistici – una vera e propria uscita evangelistica (avente anche scopo formativo) nel piccolo campus universitario di Rimini, succursale della grande università di Bologna. Come sempre prima di questa uscita ci sono timori, dubbi e perplessità legati non solo al dover approcciare da zero studenti sconosciuti, ma anche sull’effettiva possibilità di incontrarne alcuni. Grazie a Dio tutto ciò è stato spazzato via dal momento in cui siamo arrivati al cancello del cortile del campus, dove tanti studenti erano attorno a dei banchi di benvenuto ufficiale dell’università e dove, dopo poco di mezz’ora, la pausa dalle lezioni ha portato altri studenti, molti dei quali aperti a non solo parlare a riguardo del loro passato spirituale in famiglia e del loro attuale credo, ma anche a fare domande riguardo al cristianesimo e ascoltare il vangelo. Gloria a Dio!

Preghiamo adesso che tutti gli input ricevuti al fine settimana di Formazione Nazionale congiuntamente con il percorso di formazione a livello locale portato avanti dagli Staff GBU sparsi per tutta l’Italia portino frutto alla gloria di Dio nella vita e attraverso la vita degli studenti coordinatori in quanto testimoni fedeli di Gesù nell’università che guidano altri studenti ad esserlo a loro volta.

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Di Giovanni Donato, Staff GBU Siena

Un nuovo anno accademico è iniziato e, come ogni anno, il GBU ha organizzato la Formazione dei coordinatori, il convegno al quale partecipano tutti quelli che saranno studenti coordinatori del GBU. A me, quest’anno, è stato chiesto di occuparmi della predicazione biblica dal libro di 2 Timoteo, cosa che ho accolto con grande onore e piacere. 

Probabilmente 2 Timoteo è uno dei testi più adatti per un ritiro del genere, il quale obiettivo è quello di esortare, formare, sfidare i coordinatori GBU. Dico questo perché è proprio quello che Paolo desidera fare con Timoteo scrivendo questa lettera, e ogni esortazione, ogni rimprovero, ogni sfida che Paolo lancia al giovane leader Timoteo è facilmente applicabile ai giovani leader studenteschi che si apprestano ad iniziare un nuovo anno accademico con entusiasmo, ma non senza delle preoccupazioni.

Nei quattro giorni insieme siamo riusciti a considerare e meditare sull’intera lettera, ma qui di seguito vorrei soltanto limitarmi a sottolineare due insegnamenti principali da 2 Timoteo: 

La chiamata alla leadership cristiana è una chiamata alla sofferenza

Più volte, nei quattro capitoli che compongono 2 Timoteo, Paolo menziona la parola sofferenza; incoraggia il giovane conduttore ad essere pronto a soffrire per il vangelo (1:8) e a sopportare con pazienza le sofferenze che incontrerà nel ministero (2:3, 4:5). Gli ricorda che anche lui sta soffrendo senza vergogna per il vangelo (1:12, 2:9), che anche lui sta sopportando pazientemente la sofferenza per amore degli eletti (2:10), che tutto il suo ministero è stato segnato dalla sofferenza (3:11); lo informa del fatto che è stato abbandonato da tutti quelli che fino a quel momento gli erano stati vicini (1:15, 4:9-10, 4:16) e di come era stato attaccato in modo violento da qualcuno che fino a poco prima riteneva un suo amico (4:14-15). Dice chiaramente a Timoteo che tutti quelli che sceglieranno di fare sul serio con Dio (“vivere piamente”) dovranno necessariamente confrontarsi con la persecuzione (3:12). Wow, messa così la chiamata alla leadership non sembrerebbe molto invitante… Tuttavia, Paolo in questa lettera non dice soltanto che la chiamata alla conduzione è soltanto una chiamata alla sofferenza (grazie a Dio!), ma è anche una chiamata gloriosa!

La chiamata alla leadership cristiana è una chiamata gloriosa.

Nella sua lettera, Paolo sottolinea più volte l’importanza, l’onore e anche la bellezza del servire Dio. Ricorda a Timoteo che la santa chiamata a servire il Re dei re non si riceve a motivo della buona condotta, ma esclusivamente per la gloriosa grazia di Dio (1:9) che è stata manifestata al mondo con l’apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo (1:10). Gli spiega che per una chiamata così gloriosa vale la pena soffrire (1:12) e che Dio è colui che ci sorreggerà mediante la sua potenza (1:8) e ci custodirà con cura fino al giorno in cui potremo deporre le armi (1:12). Esorta il giovane Timoteo a investire tempo ed energie in persone che un giorno avrebbero preso il suo posto affinché la fiamma dell’evangelo potesse continuare a rimanere accesa ed essere trasmessa lungo il dispiegarsi della storia (2:2); lo esorta a vegliare, a prendersi cura e proteggere il corpo di Cristo (2:14, 3:1-9), vegliando su di esso con amore, umiltà, pazienza e coerenza (2:15-16, 2:22-25). Lo invita a predicare fedelmente e con passione (4:2) la Parola ispirata di Dio (3:16), ad utilizzare i doni che Dio gli ha dato (1:6) e ad adempiere fedelmente il servizio che il Signore gli aveva affidato (4:5) perché alla fine di questa grande avventura lo avrebbe aspettato l’ingresso nel regno celeste di Dio (4:18a) e la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, assegnerà a tutti coloro che hanno atteso con gioia il ritorno di Gesù (4:8).

Mediante lo studio di questa lettera abbiamo potuto fare ciò che Paolo desiderava fare con Timoteo attraverso la stesura di questa lettera: esortare dei giovani leader cristiani a servire fedelmente il Signore, a non essere sorpresi o turbati quando nel loro cammino incontreranno la sofferenza e ricordare sempre che la santa chiamata a servire il re Gesù è una chiamata gloriosa che ci è stata rivolta per la grazia di Dio e per cui vale la pena anche soffrire e morire, in attesa del giorno in cui lo incontreremo in gloria. 

Buon anno e buon servizio a tutti i coordinatori GBU e a tutti coloro che, nel corpo di Cristo, ricoprono un ruolo di guida e responsabilità! 

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Di Elena Montaldo, coordinatrice GBU Torino

La parola “formazione”, per me che studio Scienze della Formazione Primaria, ha un valore particolare. 

Il suo significato non si riassume nella trasmissione sistematica di conoscenze. Indica, piuttosto, la volontà di rendere competenti, ovvero in grado di rielaborare ed applicare quelle stesse conoscenze in contesti di realtà. Ciò è possibile solo se esiste una rete sociale che fornisca, a chi viene formato, stimoli ai quali rispondere. 

La Formazione Coordinatori

La Formazione Coordinatori di quest’anno, per me, ha significato tutto questo, ma non solo. Non si è trattato soltanto di un contesto nel quale studenti da tutta Italia si sono riuniti per tre giorni a Firenze. Non solo abbiamo ascoltato insegnamenti, studiato insieme il testo biblico e partecipato a seminari di vario tipo. Qui non ho avuto solo la possibilità di condurre uno SBI e un incontro di preghiera o di pianificare eventi e incontri per il nuovo anno gbuino, o iniziare a presentare il GBU agli studenti universitari della città. 

Per la prima volta in qualità di coordinatrice, dopo anni di partecipazione al GBU, mi sono sentita parte insostituibile di un progetto che ha come motore l’Amore e come obiettivo la Vita delle persone. 

Il tema

Nella sua seconda lettera a Timoteo, Paolo parla come un padre che, poco prima di morire, si rivolge a suo figlio. Proprio lui che era stato autore di stragi, violenze e persecuzioni nei confronti dei cristiani, dopo aver conosciuto Gesù, si trova a scrivere da una prigione, abbandonato da tutti e condannato a morte a causa della sua fede in Lui. 

Una decisione assurda agli occhi di molti, ma non ai suoi che vedevano gioia scaturire dalla sua sofferenza. Con la sua vita, fino al suo ultimo respiro, Paolo aveva infatti portato tantissime persone a ricevere la salvezza che deriva dalla fede in Colui che per primo aveva dato la Sua vita ed era risorto per donargli Vita in eterno. 

Leggere e studiare le sue parole insieme ad altri ragazzi e ragazze che, come me, hanno ricevuto quella stessa notizia ed hanno scelto di credere e vivere questa stessa realtà, per me è stato come essere destinataria, insieme a Timoteo, di quella stessa lettera

Ricominciamo

In quei giorni noi coordinatori ci siamo confrontati con un esempio di fede che ha messo a nudo e poi tolto paure, insicurezze e preoccupazioni che chiunque, nel vivere fino in fondo un ideale che va controcorrente, si trova prima o poi a dover affrontare. Insieme abbiamo compreso il significato profondo del ministero che crediamo sia stato affidato a ciascuno di noi studenti cristiani all’interno del GBU. 

Mi sono resa conto di quanto coraggio e quanta forza possa richiedere mantenere piena coerenza verso una scelta di vita come questa. Allo stesso tempo ho capito ancora più in profondità quanto valga la pena viverla pienamente, perché sempre più persone conoscano l’Amore e la grazia che il Dio della Bibbia ha dimostrato, attraverso il sacrificio di Suo Figlio Gesù, per poter avere un rapporto personale con ciascuno di loro.

Ora siamo pronti per ricominciare, ciascuno nel luogo d’Italia nel quale vive. Questa volta però con la consapevolezza che ogni cosa che faremo nel nostro piccolo avrà come traguardo comune una gioia che scaturisce anche nella sofferenza.

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I giorni della Formazione GBU li reputo speciali.

Sono stati ricchi e benedetti perché pieni di utilità in ogni attività svolta. Il confronto e l’interazione tra i coordinatori o tra Staff e coordinatori, è stata una parte fondamentale della Formazione; quanto è importante conoscere il pensiero dell’altro, imparare dall’altro!

La Formazione non è stata solo teorica, ma anche pratica! Ogni coordinatore ha avuto la possibilità di guidare un breve studio biblico con il metodo induttivo e di ricevere degli “input” utili per l’evangelizzazione all’interno delle università.

Preziosi sono stati anche i momenti dedicati alla preghiera internazionale, rivolta a tanti fratelli e sorelle di diverse università del mondo; i seminari nei quali ci siamo concentrati a riflettere su determinate ideologie che prendono piede all’interno delle università, e di cosa la Bibbia dice al riguardo; quali possano essere i metodi per trasmettere una buona testimonianza di sé, o su quali dovrebbero essere le accortezze da avere quando si vuole iniziare a leggere la Bibbia con un amico.

A tutto ciò ha fatto da sfondo il tema della Formazione, ovvero Il tempo è vicino.

Queste parole le ritroviamo all’interno dei primi tre capitoli del libro dell’Apocalisse, un libro che, tra le tante cose, fa riferimento all’amore: l’amore di Dio che traspare nelle sette lettere inviate alle sette chiese dell’Asia minore, che sono valide anche per noi oggi.

Come coordinatore del GBU Salerno, realtà neonata, ritorno a casa soddisfatto e arricchito.
Grazie all’esperienza vissuta nella grazia del Signore ho potuto ricevere incoraggiamento, come studente universitario, guardando all’opera di Dio all’interno di altri GBU.

In questi giorni ho potuto pensare ad alcuni punti riguardanti la mia vita personale sui quali, in altre circostanze, forse non avrei mai riflettuto.

Ragazzi, Dio parla ai nostri cuori e sa benissimo quali sono i nostri bisogni, le nostre difficoltà, le nostre incertezze. Non bisogna mai smettere di avere fede in Lui perché al momento opportuno Egli risponde, al momento opportuno Lui si mostra.

Invoglio la persona che legge questo articolo ad adoperarsi nel GBU, che ha lo scopo di condividere Gesù da studente a studente. La nostra fatica nel Suo nome non è mai vana!

Infine, un grazie speciale va a tutto lo Staff GBU che quotidianamente si adopera per l’avanzamento del Regno di Dio all’interno delle università; la vostra presenza, il vostro incoraggiamento, la vostra dedizione è un qualcosa che porterò sempre nel mio cuore!

Dio ci benedica.
A Lui solo la gloria!

 

Giuseppe Ambrosio
(coordinatore GBU Salerno)

Tempo di lettura: 4 minutiAnche quest’anno, nonostante la pandemia, non abbiamo voluto rinunciare al prezioso weekend di Formazione GBU nel quale giovani studenti disposti a servire Dio nel contesto universitario si riuniscono per ricaricarsi spiritualmente e iniziare insieme il nuovo anno. È un’occasione di crescita spirituale e formazione sia per “nuove leve” sia per studenti “più rodati”.

Vediamo infatti qui di seguito riportate le testimonianze di due studenti: Federico Beccati, alle prime esperienze nel mondo GBU nonché nuovo coordinatore a Torino, e Alice Novaria, coordinatrice già testata e affezionata ormai da anni a questa missione.

Federico scrive:

Grazie a Dio ho avuto la possibilità di partecipare quest’anno, per la prima volta, alla Formazione GBU. È stato bello e incoraggiante vedere coetanei universitari di altre città italiane pronti e disponibili a servire Dio anche nel contesto dei nostri atenei. Grazie ai coordinatori più esperti ho avuto la possibilità di ottenere consigli pratici e spirituali per iniziare questa esperienza secondo la volontà di Dio.

Inizialmente ero titubante su come io, con la mia inesperienza, potessi essere d’aiuto nella visione del GBU, cioè quella di “condividere Gesù da studente a studente”.

Invece Dio ha risposto ai miei dubbi sin dal primo giorno con lo studio del libro di Aggeo, un testo meraviglioso che tratta la devastazione in cui viveva il popolo di Israele dopo il ritorno a Gerusalemme dall’esilio, ma in cui Dio dà una speranza: “Io sono con voi, dice l’Eterno” (Aggeo 1:13) e Aggeo profetizza la gloria del Signore con la venuta di Gesù Cristo. Grazie allo studio di questo libro ho compreso appieno come ogni cosa deve essere affidata nelle mani di Dio e come noi coordinatori siamo chiamati, nel nostro compito, ad avere come unico obiettivo quello di glorificarLo e far conoscere agli altri il Suo Vangelo.

Come ho ripetuto spesso nei giorni successivi alla Formazione, non ho mai ricevuto così tanti input di crescita spirituale come in quel fine settimana. Grazie ai seminari sull’evangelizzazione, tra cui cito quello riguardo a “Condividere il Vangelo leggendo la Bibbia con un amico”, ho trovato la spinta per combattere la timidezza e accettare quel compito di evangelizzazione lasciato da Gesù dopo la Sua risurrezione.

Inoltre abbiamo visto come noi coordinatori siamo chiamati a essere dei leader, non secondo il mondo, bensì secondo Gesù Cristo. Essere un leader è quindi essere un servo che si sacrifica per gli altri, che ha una vita radicata nella Parola e che è di incoraggiamento e di crescita per gli altri membri del gruppo.

Anche se le restrizioni imposte dal Covid hanno ridotto le nostre interazioni, è stato bello incoraggiarci a vicenda per questo nuovo inizio delle attività, pieno di incertezze. Grazie ai momenti di preghiera, ci siamo sostenuti e continueremo a sostenerci a vicenda in quest’anno accademico; infatti, durante questo weekend abbiamo condiviso gli uni con gli altri preoccupazioni, incoraggiamenti e soggetti di preghiera che hanno rafforzato il legame che si era formato tra tutti i membri.

Concludo ringraziando lo Staff del GBU che ha reso possibile la Formazione e li ringrazio personalmente perché questa opportunità che mi è stata data sta mostrando cosa Dio ha in progetto per la mia vita e conferma il versetto che dice:

“Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che ti insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire.”
(Isaia 48:17)

Alice scrive:

Quest’anno Dio ha risposto grandemente al mio desiderio di concludere un lungo percorso universitario con ciò che più per me è importante: condividere il messaggio del vangelo.

Il GBU è sempre stato un ottimo mezzo per far questo e Dio quest’anno ha riaperto per noi una strada a Urbino, città universitaria priva di qualsiasi testimonianza evangelica.

Infatti, dopo un paio di anni dove il GBU si è fermato per mancanza di “forza studenti”, siamo tornati e ciò mi riempie di gioia. Ho avuto così l’opportunità di partecipare, dopo anni, alla Formazione GBU. Questo weekend è stato un tuffo nel passato, ha suscitato in me molti ricordi e lo ammetto, anche un po’ di nostalgia. Sono stata sorpresa nel vedere un consistente “cambio generazionale” e alcuni amici di vecchia data.

Abbiamo studiato Aggeo, un libro che non ho mai approfondito personalmente. Penso che Dio ci abbia voluto equipaggiare così quest’anno, ricordandoci che LUI È E SARÀ CON NOI SEMPRE. Lo sarà anche quando saremo scoraggiati, anche quando tutti gli sforzi fatti sembreranno inutili o privi di senso perché l’opera è sua, non nostra.

Altro grande insegnamento che porto a casa e che mi ha colpito tanto è l’esempio di Aggeo e del suo “servizio nascosto”. Nonostante il libro che abbiamo studiato porti il suo nome, Aggeo sembra quasi essere una comparsa e non il vero protagonista della storia, come invece si potrebbe supporre. Aggeo riportò fedelmente il messaggio di Dio, non aggiunse e non tolse nulla alle Sue parole, fu solo uno strumento nelle Sue mani. L’insegnamento che ne deriva per me è quello di umiltà e fedeltà a Dio.

Questa è una riflessione scaturita da un semplice intervento durante una discussione biblica avvenuta durante il weekend. Lo voglio specificare perché credo che la Formazione GBU sia un tempo ricco di stimoli e che ogni momento possa essere potenzialmente determinante per la propria crescita spirituale. In tutte le Formazioni a cui ho partecipato ho riscontrato sempre grande voglia di condivisione e di scambio. Anche nei pochi momenti “liberi”, tra un seminario e l’altro o a fine serata è stato bello vedere come Gesù fosse il centro dei nostri  discorsi, la nostra priorità.

Sempre a questo riguardo, quello che pensavo sarebbe stato un limite di questa Formazione – stare sempre con la stessa persona in camera e a cena causa Covid – si è rivelato per me di grande benedizione: nella maggiore intimità delle conversazioni ci siamo incoraggiati a vicenda e abbiamo avuto l’occasione di stringere rapporti più forti. Dio ha guidato tutto anche in questo.

Mi è stato inoltre di grande utilità il seminario “Come preparare un intervento evangelistico” nel quale abbiamo avuto anche occasione di fare esercitazioni pratiche. E che dire della serata di preghiera, degli studi induttivi a gruppetti, dei focus di riflessione sul ruolo del coordinatore, dei “pranzi con”…

Penso che ora, così equipaggiati, non ci rimanga altro che rispondere con coraggio alla chiamata del nostro Signore:

“Mettetevi al lavoro! perché io sono con voi” (Aggeo 2:4)

 

Federico Beccati
(Coordinatore GBU Torino)

Alice Novaria
(Coordinatrice GBU Urbino)

Tempo di lettura: 2 minutiAnche quest’anno ho avuto il privilegio di partecipare alla consueta Formazione GBU. Rispetto agli anni precedenti, essendo stata la mia terza volta, ho avuto modo di vivere le intense giornate di insegnamento da una prospettiva differente. Rivedere gli altri studenti, insieme ai quali ho iniziato il mio percorso da coordinatore, mi ha riempito il cuore di gioia e mi ha incoraggiato nel constatare che altri giovani come me stanno continuando con perseveranza la missione che il Signore ci ha affidato in questo momento della nostra vita: annunciare Gesù Cristo nelle Università italiane. Inoltre, conoscere le nuove “leve” mi ha confermato e reso più salda l’idea che non siamo noi coordinatori e studenti il centro del GBU, bensì Dio, che si compiace di usarsi degli studenti universitari per la sua opera di redenzione.

Studiare insieme la Lettera ai Filippesi mi ha decisamente arricchito spiritualmente ricordandomi che il coordinatore deve impegnarsi nel servire il gruppo, cercando non il proprio interesse, ma anche quello degli altri (Filippesi 2:4). Oltre a ciò, il Signore mi ha esortato, sia tramite le conversazioni avute con altri sia con la Sua Parola, a non angustiarmi di nulla, ma in ogni cosa fare conoscere le mie richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti (Filippesi 4:6). La preghiera, il carburante utilizzato durante la formazione, mi ha permesso di focalizzarmi sull’Eterno e di rendermi conto di quanto necessito della sua presenza nella mia vita quotidiana.

Mi è particolarmente piaciuto il seminario “Interagire con l’Università – il Vangelo incontra il mondo”, perché mi ha dato la possibilità di conoscere una delle prospettive del mondo riguardo la figura di Gesù e il canone biblico. Questo mi ha permesso di mettermi in discussione e di riconoscere la necessità di approfondire l’argomento per essere più preparato e pronto a eventuali conversazioni universitarie.

L’esercizio evangelistico, svolto nelle Università senesi, è stata un’esperienza che mi ha fatto riflettere molto. Nonostante avessimo argomentazioni valide, le persone alle quali abbiamo parlato continuavano a rimanere cieche di fronte alla realtà del Vangelo. Ho riavuto la conferma che la conoscenza del mondo serve, ma non basta e mai basterà. Paolo lo comprese pienamente quando scrisse queste parole: «[…] ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo» (Filippesi 3:3-9). La salvezza proviene esclusivamente dalla conoscenza di Gesù Cristo.

Il Signore ci ha dotato di doni e talenti per servirlo e glorificarlo. Per questo il GBU, durante la Formazione e l’anno accademico, ci equipaggia e ci incoraggia a utilizzare le conoscenze che abbiamo come mezzo per riuscire ancora più efficacemente a condividere Gesù da studente a studente.

Davide Ibrahim
(GBU Milano Statale)

Tempo di lettura: 2 minutiQuando un anno fa ho saputo di essere entrata all’università di Pisa, non volevo assolutamente venirci. Adesso, un anno dopo, mi sono trovata gioiosa di accettare la proposta di essere coordinatrice GBU proprio in questa città.

È incredibile e meraviglioso come il Signore sia in grado di cambiare e modellare le situazioni, e il modo in cui noi le vediamo. Un anno fa avevo solamente una vaga idea di cosa fosse il GBU, sapevo che a Pisa stava ripartendo dopo un po’ di anni di silenzio, sapevo che c’era bisogno di persone che avessero il desiderio di condividere Gesù con gli studenti. Quando sono venuta (di malavoglia) in questa città, ho conosciuto il gruppo, e nel corso dell’anno ho conosciuto anche staff e collaboratori, e la loro fortissima passione per l’opera all’interno delle università. Era una passione contagiosa, molto bella vista dall’esterno, e piano piano il desiderio di collaborare in qualche modo in questo progetto iniziò a crescere in me.

Quando a settembre ho accettato la proposta di Zach (il mio staff GBU) di diventare coordinatrice, e mi sono iscritta alla Formazione Coordinatori, dentro di me avevo ancora dubbi e paure. Riuscirò a gestire bene il mio tempo? Riuscirò a essere una buona coordinatrice? Riuscirò a dedicarmi seriamente al GBU senza trascurare lo studio o altri impegni? Riuscirò a condividere il Vangelo con forza e senza timidezza? Domande che penso molti si pongano.

Ebbene, mai avrei immaginato di ricevere tanto in questi tre giorni. Oltre a ricevere le risposte a tutte le mie domande, sono stata riempita di forza, entusiasmo e motivazione per iniziare questo nuovo anno accademico. Non avevo mai studiato approfonditamente la lettera di Tito, e mai avrei pensato che questi tre capitoli potessero contenere tanto. La risposta alle mie domande è arrivata subito: se sono attaccata alla parola sicura, non solo il Signore cambierà me stessa, ma mi renderà anche in grado di esortare gli altri. Io non posso e non potrò mai essere perfetta, ma posso e devo essere attaccata alla parola sicura. Questo è quello che mi dà vita, questo è quello che mi forma e mi insegna ad affrontare ogni giorno dell’anno accademico. Quindi non voglio più preoccuparmi di quelle che potrebbero essere le mie sfide nell’essere coordinatrice: il Signore vuole solo un cuore disposto a servirLo, di tutto il resto si occuperà Lui!

E quindi eccomi qui, in una città di cui un anno fa vedevo solo il grigiore e per cui adesso invece provo tanta gioia e ho un grande desiderio nel cuore: condividere Gesù da studente a studente!

Blanka Baracetti 
(GBU Pisa)

Tempo di lettura: 2 minuti

È solo un weekend…

Se mi avessero detto che in tre giorni, Dio avrebbe risposto a così tante mie domande e mi avrebbe fatto capire così tanto della mia vita, forse non ci avrei creduto abbastanza.

Quando mi hanno proposto di fare il weekend di Formazione GBU, con lo scopo di diventare coordinatrice, avevo già la risposta pronta. Per quasi ogni evento o attività GBU, la mia testa ha avuto mille scuse: “Sono troppo impegnata/ devo studiare/ devo dare gli esami/ devo laurearmi/ fare la spesa/ lucidare l’argenteria/ portare il pesce rosso a passeggio…!” Come per ogni evento, anche per questo la mia testa faceva questo ‘utile’ elenco e la decisione, per me, diventava più ovvia…

Ma grazie a Dio, la risposta è stata diversa da quella che mi ero prefissata. Mentre la mia testa diceva in maniera ferma “No”, avevo già accettato la proposta e la forza, che fino a qualche secondo prima pensavo di non avere, era arrivata e mi portava a voler iniziare subito questa nuova esperienza.

Dio ha piani più grandi di quelli che io possa avere per me e la Formazione GBU mi ha dato modo di capirlo di più e accettarlo. Con un po’ di timore mi chiedevo il motivo per cui io fossi lì. Perché proprio io?! In questi anni all’interno del GBU ho conosciuto tanti coordinatori e persone appartenenti allo Staff, ammirando soprattutto la loro preparazione, la loro serietà e la loro organizzazione… Perché Dio mi ha chiamato a svolgere questo servizio?

Questi giorni, alla Formazione GBU, mi hanno dato la possibilità di conoscere persone provenienti da tutto il mondo, con modi di fare, caratteri e pensieri diversi l’uno dall’altro, ma con la stessa motivazione: conoscere ed essere usati da Dio.

Proprio quando la domanda del perché e del come potessi essere in grado di svolgere questo compito diventava più forte, ecco che viene affrontato un argomento tanto bello, quanto delicato: Chi sei secondo Dio? Non secondo te stesso, non secondo gli altri, ma secondo Dio! Io sono Sua figlia; noi siamo Suoi figli. Dio mi aveva parlato: ciascuno di noi è stato creato in maniera diversa, ma simile a Lui; ciascuno di noi ha una funzione e un valore che porta luce per il servizio di Dio. Bisogna lasciare spazio alla visione di Dio, non alla propria. Dobbiamo capire chi siamo, non da soli, ma attraverso Dio.

Avevo ancora una domanda, un’incertezza, ed è per questo che mi ha colpito molto lo studio biblico che affrontava i capitoli dal 27 al 30 di Deuteronomio. Ho chiesto a Dio che venisse fatta la Sua volontà nella mia vita, ma sarei stata pronta ad accettarla? A ubbidirgli? Cosa ne avrei ricevuto in cambio?

Ho visto come Dio si è impegnato e si impegna ogni giorno con me, come voglia benedirmi e far grande la mia vita. Per questo ho deciso di impegnarmi totalmente anche io con Dio, per poter ammirare la Sua bellezza, nella consapevolezza che da sola non posso cambiare, ma con la certezza che il Signore è al mio fianco e mi aiuterà, come ha fatto con il suo popolo.

In questo nuovo anno accademico ho fatto la mia scelta: Condividere Gesù da studente a studente!

 

Manuela Buffa
(GBU Bologna)

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Quando Giovanni Donato mi propose di partecipare alla Formazione Coordinatori GBU, dal 30 settembre al 3 ottobre 2016 a Rocca di Papa, Roma, ammetto che la cosa mi suonò estranea. Pensai: “Ad Ancona (dove vivo) non è neanche presente un gruppo, perché mai dovrei formarmi per un incarico di cui non ho neanche una prospettiva futura?”… Ma facciamo un passo indietro.

A gennaio scorso, dopo anni di partecipazione alle attività/eventi GBU nazionali, Dio mise in me il desiderio di iniziare un gruppo anche ad Ancona: una città con diverse facoltà e, di conseguenza, con tanto bisogno di condividere Gesù da studente a studente. Cosi mi diedi da fare e iniziai a cercare universitari cristiani con il mio stesso desiderio, nella mia chiesa come in altre; creai tanti contatti con altri studenti, ma purtroppo non ci fu nulla di concreto. Successivamente partii per l’esperienza Erasmus fino ad agosto. Arriviamo quindi al 5 settembre, il giorno in cui ebbi la conversazione con Giovanni riguardo alla Formazione. Dopo aver ricevuto tantissimi incoraggiamenti a partecipare da tanti studenti conosciuti alla Festa GBU di aprile scorso, decisi di partecipare.

Eravamo ventisette studenti (circa uno/due per gruppo GBU delle varie università italiane) tutti riuniti e pronti a passare un intensivo weekend di preparazione ad affrontare l’anno accademico con i propri gruppi di appartenenza, ed il tutto con un solo tema: Siate santi perché Io sono santo (prima lettera di Pietro). Continua a leggere