Un abaco
Tempo di lettura: 2 minuti

Eccoci all’inizio di un nuovo anno accademico con l’onore, la responsabilità, la sfida e il piacere di “splendere come astri luminosi in mezzo a una generazione corrotta e perversa, tenendo alta la parola di vita”!

Che siate veterani, con una lunga lista di successi e insuccessi, o matricole, che provano quel misto di eccitazione e timore davanti alla possibilità di impegnarsi con il GBU, voglio chiedervi: “Come misurate il successo dei vostri sforzi evangelistici?” Come stabilite se lo sforzo profuso ha raggiunto il suo scopo, o se avete fallito, e quindi la prossima volta dovrete cambiare completamente metodo e approccio?

La mia risposta è sempre stata, consciamente o inconsciamente, contare il numero dei convertiti, o almeno quello delle persone colpite dal messaggio, o, quando proprio mi volevo aggrappare al risultato minimo accettabile, contare quanti erano stati “raggiunti”, quante persone erano state presenti all’evento, con quanti ero riuscito a parlare del Vangelo…

Forse si potrebbe proporre un gioco a punti: 3 per il convertito, 2 per l’interessato, 1 per il raggiunto.

Quante volte mi sono sentito frustrato perché il mio punteggio era troppo basso.

Ci sono sicuramente mille motivi per i quali un simile approccio all’evangelizzazione è sbagliato. Piuttosto che cercare di elencarli, vi invito a guardare al libro del profeta Giona, come abbiamo fatto recentemente a Napoli insieme ad alcuni membri del GBU di Potenza.

Leggete tutto il libro, bastano pochi minuti, e dopo che lo avete fatto chiedetevi: “Su chi si concentra l’opera di Dio?”

E’ sorprendente notare che in un libro in cui si parla della salvezza di più di 120000 persone, l’attenzione di Dio sembra essere concentrata soprattutto sull’individuo che era stato scelto per consegnare un messaggio.

A differenza degli altri libri profetici, il libro di Giona dedica pochissimo spazio al messaggio che il profeta era stato chiamato ad annunziare. I destinatari del messaggio sono anch’essi poco più che comparse. Giona, invece, viene chiamato, corretto, usato, ripreso e accompagnato da Dio nel corso di tutta la storia. E’ alla sua trasformazione (potremmo anche dire conversione), seppure incompleta, che l’intero libro è dedicato.

Dio non ha bisogno di noi per portare il Suo messaggio agli studenti delle nostre università, ma ci ha scelto perchè vuole compiere un’opera in noi.

Alla fine di ogni vostro sforzo evangelistico, quest’anno, provate a valutare ciò che avete imparato di Dio, e lasciate fiduciosamente il resto nelle Sue mani!

Francesco Schiano

(Staff GBU Napoli)

Profughi
Tempo di lettura: 4 minuti

«Le Bibbie sono finite; non te ne posso dare più», disse con decisione Tommaso a un energumeno, profugo nigeriano, in uno dei tanti Centri di accoglienza della provincia di Trapani, in Sicilia. «Perché cinque minuti fa, quando ci hai visti a distribuirle te ne sei scappato via?»,

«Sono andato a lavarmi le mani di corsa perché desidero tanto avere una Bibbia ma non volevo prenderla con le mani sporche», risposte Vincent, scoppiando in lacrime!

Stefano era rimasto colpito dall’amore per la Bibbia che aveva visto nei Centri di accoglienza siciliani dove si era recato con gli altri giovani della sua comunità per aiutare Tommaso a distribuire vestiario e, appunto, Bibbie ai profughi dell’estate 2015, provenienti per lo più dalle nazioni sub-sahariane. Tornato a Chieti, nella sua città, aveva cominciato a fermare i profughi che incontrava per strada, a chiedere se avevano bisogno di qualcosa e se volevano una Bibbia. Quando incontrò Lacki, dalla Nigeria, e gli offrì un Nuovo Testamento in inglese, vide il volto del nigeriano illuminarsi. Lacki prese con gioia il regalo e cominciò a batterselo sul petto: «Dio è nella mia vita. È nel mio cuore», continuava a gridare con gioia. Due fratelli in fede si erano incontrati!

Questi sono solo due dei tanti aneddoti che si possono raccontare e che dimostrano che quando il popolo di Dio si muove, questa immane tragedia delle migrazioni attraverso il Mediterraneo e i Balcani può rivelare i segni e i semi della provvidenza divina che come sempre sta trasformando in bene quello che gli uomini pensano e fanno di malvagio. Perché le migrazioni hanno alla loro radice il peccato dell’uomo che ha sconvolto gli equilibri sociali e di sopravvivenza del pianeta.

Ho guidato una piccola missione di sostegno all’opera tra i profughi africani in Sicilia, composta dal gruppo giovani della mia chiesa insieme ad altri provenienti da altre comunità locali. Fra di noi c’erano diversi studenti universitari.

Abbiamo intitolato questa missione “Stranieri come noi”, prendendo spunto dal testo di Levitico 19:34, convinti che l’accoglienza senza se e senza ma sia un imperativo per i cristiani in Gesù Cristo che sono sottomessi alla Parola di Dio. Il nostro scopo era quello di distribuire vestiario nei Centri di accoglienza, offrire Bibbie, condividere il vangelo e ritrovare i nostri fratelli e le nostre sorelle in fede che ce l’hanno fatta ad attraversare il Mediterraneo.

La nostra esperienza è stata straordinaria. Ci siamo sentiti parte dell’azione che lo Spirito vuole che i cristiani di Occidente svolgano in questo momento. Sono tante le storie da raccontare. Possiamo testimoniare che Dio è all’opera e chiama i suoi figli ad agire, con urgenza. Tutto ciò produce nelle chiese stanche dell’Occidente un nuovo entusiasmo. L’esperienza di Stefano lo testimonia: tornato nella sua città ha iniziato, insieme ad altri, a cercare i profughi che sono disseminati in mezzo a noi, in Italia.

Dall’esperienza della missione abbiamo avuto conferma che l’accoglienza deve contenere almeno tre elementi:

  • Deve condividere il vangelo, con amore, comprensione e delicatezza;
  • Deve mostrare l’amore cristiano rispondendo ai bisogni di donne e uomini disperati offrendo loro ascolto e risposte concrete (vestiti, indicazioni, suggerimenti, etc.)
  • Deve ricercare la chiesa sofferente che si nasconde tra i profughi di qualsiasi nazione.

Nella nostra missione c’erano alcuni studenti universitari impegnati nel GBU. Mi sono posto spesso la domanda di come potrebbero incontrarsi questi due mondi: quello delle migrazioni e quello degli studenti.

Alcuni suggerimenti:

  • Ridurre lo spazio per il divertimento. Siamo in emergenza e bisogna piangere e soffrire con chi piange e soffre. Utilizzare le proprie vacanze per dare una mano, tornando nelle proprie chiese locali e mettendosi a disposizione.
  •  Ci sono ambiti di studio che richiedono periodi di tirocinio sul campo. Questo è il momento per studenti di pedagogia, psicologia, sociologia, medicina, etc. di fare esperienze sul campo.
  • Grande è il bisogno di persone che parlino altre lingue: dall’inglese al francese, alle lingue arabe, bengalesi, etc. Si sa che tra la popolazione studentesca è molto più alta la conoscenza di qualcuna di queste lingue.
  • C’è bisogno di gente che comprenda i quadri legislativi, che si interfacci con le prefetture con le associazioni e le istituzioni locali, studenti o laureati in legge, economia, servizi sociali, etc.

Credo che mai come in questo momento ci sia bisogno di sinergia e accordo tra le vocazioni secolari e quelle spirituali. Il centro di coordinamento di chi si mette a disposizione e l’azione nei confronti dei profughi deve essere assolutamente la propria chiesa locale.

Se anche gli studenti si mobilitano, allora faranno profonde esperienze.

Daniel, Sierra Leone, un passato da bambino soldato, tremendi traumi famigliari alle spalle (genitori uccisi), scampato al Mediterraneo, è uno di quei profughi che conosce il Signore, e la sua Parola. Alla fine di una mattinata passata a ripulire il litorale di una cittadina siciliana, insieme ad altri profughi e al nostro gruppo di volontari, quando eravamo tutti insieme in cerchio per cantare e lodare, eleva al Signore questa preghiera: «Signore grazie perché oggi ci hai dato la forza di compiere la tua opera e di renderci utili nella società».

Dio è all’opera, anche nelle tragedie.

Giacomo C. Di Gaetano (Staff GBU a Chieti)


Segnaliamo alcune risorse sull’emergenza profughi:

Se avete altre risorse o attività da segnalare, in particolare se sono iniziative studentesche, scriveteci!

 

I delegati GBU alla IFES World Assembly 2015
Tempo di lettura: < 1 minuto

Dal 22 al 30 luglio una delegazione GBU è presente all’assemblea mondiale della International Fellowship of Evangelical Students (IFES) di cui siamo membri dagli anni ’50.

Siamo nella cittadina di Oaxpetec in Messico in un centro di conferenze e turismo insieme a più di 1000 delegati da 158 movimenti nazionali. Credo che solo alle Nazioni Unite si possa trovare una tale varietà di nazioni e qui l’atmosfera è sicuramente molto diversa :-). L’obiettivo è testimoniare di Gesù in ogni università del mondo. Testimoniare significa anche rispondere ai problemi degli studenti e alle sfide presenti nei singoli paesi. Si parla di testimonianza, ma anche di amore per il prossimo, cura del pianeta, giustizia sociale, ecc.

Culture diverse, modi di fare diversi, lingue diverse… una ricchezza incredibile. Puoi pranzare seduto con un nepalese, un koreano, un messicano e un nigeriano e mezz’ora dopo pregare in piccoli gruppi con un brasiliano, canadese, russo e ucraino.

L’assemblea mondiale avviene ogni 4 anni e serve per discutere e votare la direzione e le scelte strategiche di IFES, ma anche per confrontarci su tematiche che riguardano l’università nel mondo e la testimonianza di Gesù al suo interno.

Potete seguire in tempo reale su:

https://www.facebook.com/ifesworld

La parte studentesca della nostra delegazione, Carol e Luca, cercano di condividere qualcosa sulla pagina facebook:

https://www.facebook.com/carolinmexico2015

 

Paesaggio Montenegro
Tempo di lettura: 2 minuti

Tutti state aspettando di sapere di più riguardo al nostro viaggio di missione in Montenegro: con grande gioia vi dico che è stata un’ottima esperienza per tutti noi.
Siamo partiti dall’Italia con un team eterogeneo, composto da membri del GBU Siena (Giovanni e Kevin); Chieti-Pescara (Federico); Roma (Sefora e Fjorilda); Napoli, (Francesco) coscienti di rappresentare il GBU Italiano a Niksic, Montenegro.Gruppo in partenza per Montenegro
Se non sapete nulla del Montenegro, vi dico che è un paese bellissimo. Povero economicamente, ma la natura è stupenda e le persone accoglienti. La sua popolazione conta 631,490 abitanti e la religione ufficiale è quella ortodossa.
Danijel, l’unico staff GBU a tempo pieno, ci spiegava che nel Montenegro ci sono solo 200 credenti evangelici, 100 dei quali sono stranieri. Infatti, abbiamo avuto il privilegio di alloggiare nella accogliente casa di Stan e Viky, i pastori dell’unica chiesa evangelica a Niksic.
Il GBU in Montenegro si chiama EUS, composto solo da una studentessa, Jelena, la quale quest’estate riceverà una formazione da Intervarsity (GBU negli Stati Uniti) per diventare staff.
Il bello è che attorno a loro girano tanti studenti che hanno conosciuto tramite conversazioni in inglese organizzate da EUS e alcuni di loro partecipano agli studi biblici.
Ogni mattina ci incontravamo tutti insieme per una riflessione biblica e preghiera.
Poi ci spostavamo all’Università, dalle 10:00 alle 15:00, dove ci hanno permesso di avere un nostro stand “Italian Corner”, allestito con stuzzichini tipici, cartoline, bandiere e video dall’Italia. Ognuno di noi si era impegnato a portare qualcosa di caratteristico dalla propria città.
Nonostante fosse una settimana di esami, tanta gente è passata a conoscerci e a chiacchierare con noi; alcuni solo per mangiare e bere, altri per chiederci cosa stavamo facendo e altri per investigare più a fondo la fede cristiana biblica. Lo stand era un buon luogo per fare amicizia, invitare studenti agli eventi del pomeriggio ed evangelizzare a tu per tu.
Nei pomeriggi abbiamo avuto diverse attività: Evviva l’Italia, un quiz sull’Italia; film “La vita è bella”, “Il Postino”, Aperitivo Italiano, calcetto. Dopo ogni attività Giovanni e Francesco, a turno, hanno condiviso un messaggio evangelistico molto accurato collegando il tema dell’attività con il versetto di Giovanni 14:6 “Gesù disse: io sono la via, la verità e la vita…”
Gli studenti rimanevano a parlare dopo gli eventi e chi voleva poteva cenare con noi. La casa che ci ospitava era molto grande e sempre a disposizione per questo ministero.
Dio è sempre fedele ed esaudisce ogni nostra preghiera, come quella che avevamo di godere del frutto di questo nostro lavoro lì. Mercoledì una ragazza chiamata Emina, ha deciso di aprire il suo cuore a Gesù e accettarlo come personale Signore e Salvatore. Che gioia! Che festa nei cieli!
Siamo rientrati in Italia, portando con noi un quadro bellissimo dipinto dalla mano di Dio di tutto quello che avevamo vissuto…
Vi ringraziamo per averci tenuti in preghiera e vi chiediamo di continuare a pregare.
Se qualcuno volesse fare un anno InterAction, andare in Montenegro potrebbe essere un’ idea…

 

Fjorilda Kreku

(GBU Roma La Sapienza)

Tempo di lettura: 2 minuti

La mia avventura con THE MARK DRAMA è iniziata con un messaggio sul cellulare in cui mi veniva chiesto di recitare, e il ruolo al quale avevano pensato per me era quello di Gesù. Io preso dall’entusiasmo risposi subito di sì, forse anche con un po’ di incoscienza. Qualche giorno dopo mi arrivò il quantitativo enorme di battute da imparare per lo spettacolo. Li mi resi veramente conto, in parte, di quello che andavo a fare e del grande onore ed onere che avevo nell’interpretare Gesù. Ma il vero lavoro cominciò quando incontrai gli altri attori del drama. I due giorni di prove per lo spettacolo sono stati estremamente intensi, molto più di quanto avrei mai potuto immaginare. Sono state ore di felicità, risate, fatica, ansia e soddisfazioni. Tutto si è concluso con due serate di rappresentazione di THE MARK DRAMA. Forse le parole non riusciranno mai a descrivere quello che ognuno di noi ha provato in quei momenti. Ho avuto l’opportunità di conoscere persone bellissime e sono stato guidato da registi fantastici; ma la cosa più bella è stata poter conoscere così profondamente la figura di Gesù. È stato facile mettersi nei panni di un rivoluzionario come il figlio di Dio? No affatto, ma ringrazio Dio con tutto me stesso per aver messo in me quell’incoscienza iniziale che mi ha portato ad accettare questo ruolo. Mi ha cambiato e mi ha portato ad una conoscenza e consapevolezza davvero profonda di ogni parola e ogni azione di Gesù. Tornando indietro lo rifarei altre mille e mille volte, affrontando tutte le fatiche e le gioie di questa esperienza. Invito tutti coloro che ne hanno la possibilità, a prenderne parte o, quanto meno, ad andarlo a vedere.

Alessandro Amico
(GBU Roma Tre)

Tempo di lettura: < 1 minuto

Tempo di lettura: < 1 minuto

Tempo di lettura: 3 minuti

Dal 9 all’11 marzo abbiamo organizzato tre giorni di eventi dal titolo: “LOST, Se tutto va bene siamo rovinati”. Solo tre giorni? Purtroppo quest’anno non siamo riusciti a fare di più. Tuttavia il Dio che proclamiamo nelle università riesce sempre a sorprenderci, e anche quando non abbiamo grandi aspettative Egli ci incoraggia facendo “…smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo” (Efesini 3:20). Ma andiamo con ordine!!!

Organizzare una settimana evangelistica esige progettazione, pianificazione, disponibilità da parte degli studenti… Il nostro Giovanni Donato (Staff Siena) è un campione nell’organizzare e spiegare come fare un buon lavoro. Ma prima di tutto bisogna dedicarsi ad una cosa fondamentale, semplice, potente, se si vuole vedere l’opera di Dio nelle università: LA PREGHIERA!

Ed è così che iniziavano le nostre giornate. Alle 08:30 ci incontravamo nel locale di una delle chiese di Siena che gentilmente ha ospitato tutti gli eventi della settimana. Uno studente diverso per ciascuna delle tre mattine ha condiviso con il resto del gruppo una meditazione. Poi pregavamo insieme chiedendo al Signore che potesse essere costantemente al nostro fianco per sostenerci nel servizio che stavamo rendendo a Lui. Dopo la preghiera facevamo colazione insieme e infine alle 10:00 gli studenti disponibili andavano in giro nelle varie facoltà per i questionari.

Abbiamo avuto delle ottime conversazioni con gli studenti senesi! Approcciarsi con degli sconosciuti e fare delle domande personali sulla fede e sulla vita può essere certamente difficile; e le difficoltà si presentano soprattutto nei primi secondi di conversazione. Superato l’imbarazzo iniziale e “buttata giù” qualche barriera, è davvero bello ed entusiasmante conversare e confrontarsi con gli studenti, e non sono stati rari i casi in cui abbiamo avuto delle conversazioni di più di trenta minuti, nei quali grazie a Dio siamo riusciti ad arrivare veramente a ciò che ci sta a cuore: annunciare il Vangelo.

Gli eventi serali sono stati un’Apericena, un Quiz a squadre e una serata di Thè e dolci internazionali. Tutti gli incontri iniziavano alle 20:30. La sera del primo incontro alle 20:45 c’erano solo due persone esterne al gruppo Gbu. Noi Gbuini stavamo già per arrenderci alla realtà dei fatti: la settimana avengelistica era stata meno pubblicizzata degli anni precedenti e gli eventi serali probabilmente non suscitavano molto l’interesse degli studenti. Mancavano serate “strategiche” come il Cineforum o l’Open Mic… Per quest’anno ci saremo dovuti accontentare! Ci sarebbe stata poca gente. Che peccato però… Ci eravamo comunque impegnati parecchio… Ma come dicevo Dio ci sorprende sempre! In puntuale ritardo come solo gli italiani sanno fare, gli studenti sono arrivati e, grazie a Dio, in tutte e tre le sere abbiamo registrato un buon numero di partecipanti, in media circa dieci studenti esterni al gruppo Gbu ogni sera. Non dei numeri entusiasmanti rispetto ad altri anni, ma siamo rimasti comunque piacevolmente colpiti dall’incoraggiamento che il Signore ci ha dato. E non solo per il numero di studenti in sé. Alcuni di loro non sono venuti solo per partecipare agli eventi, ma per ascoltare e riflettere sulle tematiche che in quelle tre sere avremmo affrontato. Infatti (in risposta alla frase “LOST, se tutto va bene siamo rovinati”) nelle tre serate avremmo riflettuto su una presuntuosa, potente e meravigliosa frase di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni 14:6), affrontando ogni sera una di queste tre affermazioni. Siamo rimasti molto colpiti in particolare da una giovane coppia di studenti. Da qualche mese riflettevano insieme sulla fede e si ponevano domande su Dio. Ci hanno detto che, vista la locandina dei nostri eventi, hanno deciso subito di partecipare. Hanno detto di essere alla ricerca di Dio. Wow… Che grande Dio serviamo!!!

Al termine di ognuno dei tre interventi su “Io sono la via, la verità e la vita” abbiamo invitato gli studenti a partecipare ad un ciclo di tre studi sul Cristianesimo. Circa 8 di loro ci hanno detto che erano interessati a partecipare agli studi e ci hanno lasciato il loro contatto.

Nelle tre serate del ciclo di studi leggeremo la Bibbia cercando di capire cosa essa ci dice riguardo tre punti centrali della fede cristiana: Dio, l’uomo e la salvezza. Lunedì 16 abbiamo avuto il primo incontro su Dio.

Grazie per averci sostenuto in preghiera durante i tre giorni di eventi evangelistici!!! E’ bello poter contare su di voi. Vi chiediamo ancora preghiera affinché gli studenti che stanno partecipando al ciclo di studi possano CREDERE IN GESU’!

Vi terremo informati. Ci si vede alla festa

Domenico Campo
(GBU Siena)

 

Tempo di lettura: < 1 minuto

Tempo di lettura: < 1 minuto

Testata Locandina CSN GBU 2015
Tempo di lettura: < 1 minuto

E’ vero!

Luca 1:4 “Perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate”.

Michael Green affronterà tre temi principali: l’attendibilità del Nuovo Testamento, le prove della risurrezione e l’unicità di Cristo.

Avremo workshops, momenti di discussione, preghiera e lode, ma anche tempo libero per musica, attività sportive e socialnetworking!

Il convegno è aperto a tutti gli studenti universitari e agli studenti dell’ultimo anno delle superiori che stanno pensando di continuare gli studi all’università.

23 – 26 Aprile 2015 – Poggio Ubertini, Firenze

Foto da una conferenza
Tempo di lettura: 3 minuti

Locandina "Se tutto va bene siamo rovinati!"Vi scrivo qualcosa su quella che è stata qui, a Chieti/Pescara, la nostra esperienza evangelistica durante la settimana dal 4 all’8 marzo!

Sono stati giorni intensi, grazie a Dio, eravamo pochi ma buonissssimi.

Alle 8:30 cominciava la nostra giornata, ci incontravamo per fare colazione tutti insieme… e quanto mi mancano i panini al latte che le sorelle ci facevano trovare!! Dopo la colazione c’era la meditazione, di uno studente diverso ogni giorno, poi Giovanni Donato guidava un momento di formazione in cui guardavamo a come Gesù stesso si approcciava nei rapporti, al suo modo di fare, sempre dolce e pieno di compassione, libero dal pregiudizio e ripieno di Amore per le anime… ogni giorno imparavamo qualcosa in più sul carattere di Gesù e cercavamo di fare nostri questi insegnamenti, chiedendo a Dio la guida in ogni momento… lasciando agire Lui durante le conversazioni che più tardi avevamo in facoltà…!

Conversazione sul campusInfatti, dopo la formazione c’erano i sondaggi e il volantinaggio nel campus…! Quelli sono stati momenti davvero meravigliosi… sono nati dialoghi benedetti, soprattutto alcuni di loro ci sono rimasti nel cuore… Dio è stato grande… ha guidato ogni singolo momento… ricordo in maniera particolare un ragazzo che abbiamo incontrato con Federica, subito dopo aver pregato. Lui alla vista del nostro volantino ha esordito dicendo: «Io odio i cristiani che hanno la presunzione di presentare Dio e dire come è fatto ecc..». Odiava un sacco di cose in realtà! Non voleva ascoltare… tutto quello che avremmo potuto dire per lui era assurdo… i primi 60 secondi diciamo che si è sfogato… comunque, per il modo in cui la conversazione era cominciata, non ci aspettavamo assolutamente di continuare a parlare con lui per quasi 2 ore, ritrovarcelo alla conferenza nel pomeriggio, e più tardi a cena con noi in mezzo a Giancarlo e Giovanni! E’ stato davvero bello vedere come Dio risponde alle preghiere andando oltre le aspettative e quella che è l’apparente realtà… le conversazioni sono state tante e intense… diversi dei ragazzi che abbiamo incontrato la mattina sono poi venuti agli eventi del pomeriggio… qualcuno anche a più di uno!

Abbiamo avuto un cineforum a Chieti (film: I guardiani del destino), un colloquio-dibattito dal tema «Se Dio è buono e sovrano perché esiste il male?» tra G. Di Gaetano e un prof. di lettere, Garaventa, sempre a Chieti; un altro dibattito a Pescara tra Valerio Bernardi e un professore di economia, Di Plinio, sul tema «Siamo veramente rovinati? Che rapporto c’è tra crisi economica e valori?» e l’ultima conferenza, di nuovo a Chieti, tenuta da Nicola Berretta sul tema «Se esiste un Dio che sa già tutto, c’è allora spazio per il “caso” o tutto è già predeterminato?» In particolare, a quest’ultima c’è stata una partecipazione inaspettata, anche per quanto riguarda gli interventi: era difficile tenerli a bada! Uno di loro, in particolare, sembrava pieno di dubbi, bisognoso di risposte… speriamo e preghiamo di vederlo ancora! Dopo le conferenze c’era la cena… super abbondante e buonissima ogni giorno.

Un grazie speciale alle sorelle e i fratelli della chiesa locale, per il loro impegno e i loro doni. Ringraziamo di cuore quanti di voi ci hanno supportato venendo da fuori… grazie per quello che ci avete trasmesso, grazie anche ai nostri staff e ad Alessandro che hanno organizzato con cura tutto! Come diceva anche Giovanni, il vero lavoro inizia adesso… quello che vi chiediamo è di pregare pregare e pregare. Giovedì scorso abbiamo avuto la possibilità, come gruppo GBU, di parlare ancora con uno dei ragazzi che ci aveva conosciuto durante la settimana evangelistica e un suo amico; questa settimana li incontreremo ancora avendo modo, con loro, di studiare la vita di Paolo!

Preghiamo per i ragazzi che abbiamo incontrato, perché il seme che è stato gettato possa portare frutto, per quelli con cui siamo ancora in contatto, perché Dio ci dia la saggezza di presentare il messaggio del vangelo esattamente come Lui vuole, perché soltanto Lui sa come arrivare al cuore di ogni persona, solo Lui conosce la strada, i momenti, le difficoltà e le parole giuste per ogni anima… che possiamo lasciarci usare completamente!!

Giovanni ogni giorno ci chiedeva “Andrà tutto bene!?”… grazie a Dio… è andato tutto bene! Il GBU di Chieti/Pescara vi ringrazia per l’aiuto e lo stimolo che ci avete dato. Vi terremo informati… A presto!

Fulvia di Monte – GBU Chieti/Pescara