Johan (a destra nella foto, insieme al Comitato Direttivo del GBU) si racconta in questa intervista. La sua storia come Segretario Generale (SG), l’evoluzione del GBU, il suo futuro e i consigli per Francesco (a sinistra nella foto), il nuovo Segretario Generale.
Johan, quest’anno lascerai l’incarico di Segretario Generale. Dopo quanti anni?
Sono diventato SG nel 2009/2010, quindi ufficialmente sono 15 anni. In realtà, però, già dal 2005 ero di fatto attivo in questo ruolo, perché ero Presidente dell’Associazione GBU e mi occupavo di alcuni aspetti propri del SG, figura che all’epoca non esisteva. Quindi, sono quindici o venti anni!
Possiamo definire questo un momento di grande cambiamento nella tua vita e nella storia del GBU. Come sei arrivato a prendere questa decisione? Aspetta… non è che ti hanno cacciato?
Sì, finalmente posso dirlo ufficialmente: mi hanno fatto fuori (ride, ndr). In realtà, il mandato di un Segretario Generale, secondo lo statuto, è di cinque anni rinnovabili. Dopo questi cinque anni, si valuta se continuare o meno insieme al Comitato Direttivo, cioè le persone che, tra le altre cose che fanno per il bene del GBU, hanno il compito di affidare il mandato di SG.
Con il Comitato, abbiamo scelto di proseguire per due volte. Dopo i primi cinque anni, sentivo di poter dare ancora molto ed è stato semplice decidere di continuare, insieme al Comitato. Cinque anni fa, invece, era un periodo un po’ particolare, soprattutto dal punto di vista amministrativo e dello sviluppo del GBU, quindi continuare è stata anche una necessità.
Ho amato svolgere il ruolo di Segretario Generale del GBU e ho avuto molte soddisfazioni e benedizioni da Dio in questi venti anni di lavoro di squadra. Oggi, il team dello Staff è ricco di persone capaci e ho sentito che fosse il momento giusto per lasciare spazio a qualcun altro, che potesse esercitare i propri doni in questo ruolo.
Cosa farai ora? Rimarrai coinvolto nel GBU?
Tre anni fa, IFES (il nome del GBU a livello internazionale, ndr) mi ha chiesto se volevo impegnarmi nel loro programma di Governance, che consiste nell’offrire formazione ai Comitati Direttivi dei gruppi GBU nei vari paesi del mondo. Era una proposta in linea con i miei doni e le mie passioni, perché mi occuperò di leadership e struttura. Quindi, ho accettato la proposta, consapevole che non fosse compatibile con il ruolo di Segretario Generale.
Sembra che la tempistica per questo nuovo incarico sia stata perfetta.
Sì, grazie a Dio. Una prospettiva di servizio in IFES, in un momento in cui iniziavo davvero a pensare di lasciare il ruolo di SG a qualcun altro, con piena fiducia nel Signore, nel Comitato che avrebbe scelto il nuovo SG e nella squadra degli Staff. La consapevolezza che stava arrivando il momento di lasciare il ruolo, dopo circa 20 anni, è coinciso quindi con l’arrivo di questa proposta di essere più impegnato in questo programma IFES, in cui ero già coinvolto dal 2019 come Trainer, per aiutare i vari Comitati Direttivi dei gruppi GBU internazionali.
Adesso una domanda per la quale, per rispondere al meglio, potresti dover scrivere un libro (perché non farlo?!)… Pensando a questi vent’anni, com’era il GBU quando hai iniziato come SG e com’è adesso?
Questo è probabilmente l’aspetto più incoraggiante e benedetto di questi anni. Siamo partiti da un GBU molto più piccolo, per quanto riguarda il numero di gruppi nazionali, di studenti coinvolti e di membri dello Staff in Italia, ma anche per quanto concerne donazioni e finanze in generale. Guardando ai numeri, è un GBU completamente diverso.
Guardando invece a ciò che il GBU fa e alla sua missione, le radici sono le stesse. La passione per il vangelo è la stessa, così come la centralità dello studente e, di conseguenza, la visione di condividere Gesù da studente a studente. Tutte queste cose sono rimaste pressoché invariate.
In questi anni, abbiamo aggiunto molta struttura intorno a queste fondamenta. Ad esempio, oggi abbiamo un percorso per formare i Coordinatori, lo stesso per i membri dello Staff in Formazione. Crescendo, era necessario aggiungere struttura, perché il rischio sarebbe stato una crescita isolata e distaccata, mentre così c’è una crescita organizzata e omogenea. Oggi, siamo sempre un movimento studentesco fondato sugli studenti, ma per certi versi siamo un’organizzazione più strutturata e collegata, più capace di relazionarsi con diverse chiese provenienti da diversi contesti, con più studenti coinvolti e più capace di riuscire a mettere insieme una squadra di membri dello Staff più ricca, per essere presenti in più città universitarie.
Cosa succede ora? Rimarrai coinvolto nel GBU? Quale sarà eventualmente il tuo ruolo?
Il mio lavoro in IFES non occuperà tutto il mio tempo. Certamente, rimarrò a disposizione del GBU e del nuovo SG. Ci sarà un periodo di transizione tra me e Francesco, per dare a lui e a tutto lo Staff il tempo di abituarsi al nuovo assetto. Dopodiché, sarò a disposizione del GBU. Ci sono aree in cui continuerò a servire, utilizzando alcuni miei doni specifici, senza conflitti di ruolo con Francesco, considerando anche i suoi doni, molteplici e diversi dai miei.
Francesco sarà il nuovo Segretario Generale del GBU e sicuramente apprezzerà qualche dritta da parte tua! Che consigli vorresti dargli?
In questi mesi, ci ho pensato diverse volte, perché ho analizzato le cose buone e quelle meno buone del mio percorso. Non vorrei fare un elenco a Francesco, ma piuttosto condividere alcune riflessioni.
Credo che Francesco dovrà sentirsi libero di usare i molti doni che Dio gli ha dato e le sue passioni, e guidare il GBU attraverso di essi, verso gli obiettivi che avremo davanti. Nel farlo, spero che vorrà preservare la struttura che siamo riusciti a realizzare in questi anni, o comunque migliorarla o adattarla ai tempi, in modo da rimanere stabili su un fondamento che è necessario, e che permetta a lui di esercitare liberamente i suoi doni e aiutare il GBU a “cambiare” nelle cose che sente che devono essere cambiate, create o implementate. Sono sicuro che saprà trovare il suo spazio e il suo modo personale per svolgere l’incarico di Segretario Generale.
Spero che continui a fare un lavoro collaborativo, dove ogni elemento del GBU si senta parte della famiglia. Questo diventerà sempre più complicato man mano che cresceremo, lo abbiamo visto negli ultimi dieci anni; allo stesso modo, ci sono diversi modi per coinvolgere tutti, soprattutto per quegli aspetti strategici che riguardano il lavoro a lungo termine. Sarà importante che questo venga mantenuto.
Sono certo che il Comitato ha fatto un’ottima scelta, che Francesco saprà donare cose buone e anche diverse rispetto a me e sono sicuro che il Signore continuerà a benedire il GBU e a guidare tutti noi per il lavoro nella condivisione del vangelo nelle università.
di Domenico Campo, Staff GBU Sicilia