Tempo di lettura: 2 minutiMi chiamo Deborah, mi sono trasferita per studio a Trieste da due anni e all’inizio non sapevo nemmeno dell’esistenze dei Gruppi Biblici Universitari in Italia, anzi, ho sempre pensato che fosse qualcosa di troppo lontano dalla realtà italiana, relegandolo agli ambienti dei college americani.
Ho avuto l’opportunità di vedere un passo alla volta come si è formato il GBU a Trieste; ho visto la dedizione, la preparazione, il coraggio e la determinazione che hanno impiegato i coordinatori nel creare il movimento a Trieste. Il fatto di voler cercare insieme delle soluzioni e dei punti d’incontro è stato fin dall’inizio qualcosa che mi ha colpita in maniera importante, in quanto non c’è un’autorità. Sentire di poter apprendere qualcosa di più grande riguardo alla Parola vivente di Dio, attraverso le conoscenze del singolo, mi ha permesso di
aprire gli occhi e il cuore ad una realtà diversa, ossia la realtà dell’amore e della parità.
Credo che per capire cosa io intenda per “unità” devo precisare che conoscevo già uno dei coordinatori, perché facciamo parte della stessa comunità evangelica; mentre l’altra coordinatrice viene da un’altra chiesa. Quindi fin dall’inizio il GBU di Trieste è stato voluto da persone che volevano l’unità, la parità e la fratellanza, pur non appartenendo agli stessi “ambienti religiosi”. Tutto questo sta permettendo alle persone interne al GBU di fare nuove conoscenze e creare relazioni sempre più solide con i partecipanti, creando un ambiente disteso e aperto alla diversità.
Amore e diversità oltre che assenza di giudizio sono le caratteristiche che più di tutte mi stanno insegnando i partecipanti del GBU e mi piace pensare che questa dovrebbe essere la Chiesa intesa come corpo di Cristo, dove le conoscenze, le credenze, e perché no, i dubbi del singolo, sono fondamentali per l’accrescimento dell’intero gruppo.
Da poco si è conclusa la prima conferenza del GBU di Trieste. Il 16 e 17 marzo è venuto Angelo Currò, un esponente di Porte Aperte, che ha parlato della persecuzione dei cristiani nel mondo. Inizialmente ero molto titubante perché pensavo che fosse qualcosa che potesse interessare solo i cristiani, successivamente mi sono ricreduta e ho visto come le informazioni sui cristiani perseguitati siano di interesse pubblico, in quanto riguardano le persone e non solo le comunità cristiane. Inoltre, questa esperienza mi ha aiutato personalmente a capire che gli studi di ognuno sono utili e fondamentali per portare
Cristo; quanto la conoscenza sia utile per apprendere e comprendere le verità di Dio come quel versetto che dice: “Il timore del Signore è il principio della scienza…”
Vorremmo perciò ringraziare il Signore per come sta conducendo il gruppo e che Lui possa sempre provvedere affinché anche persone non credenti si possano unire ai nostri incontri e, Dio volendo, possano essere conquistati da Cristo.