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La gioia di vederli crescere

Tempo di lettura: 4 minuti

Di Hannah Donato, Responsabile Formazione e Cura Coordinatori Studenti

Efesini 4:11-16 

È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, 13 fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; 14 affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; 15 ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell’amore.

Crescere

Che cosa significa crescere e diventare maturi? Sia spiritualmente che fisicamente, ci sono molti aspetti del significato di crescita e maturità. Come cristiani dobbiamo crescere fino a raggiungere “l’altezza della statura perfetta di Cristo”, wow! Come parte del Suo corpo, ogni membro deve cercare di lavorare e contribuire a questa visione di vedere tutti diventare pienamente maturi in Gesù, usando i doni che Dio ci ha dato all’interno della Chiesa per edificare gli altri.

Qualcosa di simile succede anche in famiglia. Io e Giovanni abbiamo 3 figli e la nostra primogenita Isabella ha quasi 11 anni, e ha appena iniziato la scuola media. È in un momento della sua vita in cui ha iniziato a fare molte cose “da sola”. Ha iniziato a prendere l’autobus da sola, a volte deve preparare il pranzo e fare anche i compiti da sola. Come genitori, io e Giovanni cerchiamo di incoraggiarla a prendere l’iniziativa, a pensare in anticipo e a fare le cose senza dipendere solo da noi.

Nella mia vita lavorativa con il GBU vedo molti parallelismi tra l’essere genitore e l’essere uno staff GBU: in entrambi i casi desideriamo che le persone crescano e diventino un po’ indipendenti. È un po’ come essere una madre, una zia o una sorella maggiore; il rapporto che si instaura tra lo staff e i coordinatori è, infatti, molto stretto, ricco di momenti di insegnamento, sostegno, preghiere, chiacchierate, formazione, caffè e molto altro. All’università e attraverso i gruppi GBU spesso gli studenti cristiani fanno le prime esperienze nell’evangelizzazione, nella conduzione di studi biblici, nel rispondere alle domande delle persone, nel servire; è un grande momento e un’opportunità di crescita e maturità e, in quanto staff, affiancarli è un privilegio. 

Crescere e mettersi all’opera

Anche quest’anno sono rimasta stupita e incoraggiata dai coordinatori che seguo sia a livello locale che a distanza. Una delle caratteristiche del GBU è che siamo un movimento evangelico che “responsabilizza gli studenti e favorisce la loro iniziativa”. Per illustrare come questo si manifesta nella vita reale, voglio raccontarvi del gruppo GBU di Urbino di quest’anno e in particolare del mio rapporto con la coordinatrice. Ho incontrato Maria Chiara di persona per la prima volta nell’aprile del 2022, in occasione della Festa GBU. Durante il fine settimana di conferenza Maria Chiara è stata incoraggiata e stimolata dall’incontro con studenti provenienti da tutta Italia che, come lei, volevano essere fedeli testimoni di Cristo mentre studiavano all’università.

Abbiamo quindi avuto modo di parlare del suo desiderio di far rinascere il gruppo GBU di Urbino, un gruppo che ha avuto difficoltà negli anni passati. Era molto incerta sui dettagli della ripresa del gruppo ma era altrettanto sicura che Dio aveva messo nel suo cuore il desiderio di condividere il vangelo con gli studenti di Urbino e che avrebbe fornito i mezzi per farlo. Alla fine della Festa ci siamo impegnati a pregare per il gruppo di Urbino e io mi sono impegnata a sostenere e consigliare Maria Chiara in questo desiderio, tenendomi in contatto regolarmente con lei.

L’estate è passata e ho incontrato Maria Chiara alla Formazione, la conferenza per i coordinatori che si è svolta a Firenze questo settembre. In quell’occasione Maria Chiara mi ha raccontato di aver scoperto che c’erano almeno 4 matricole cristiane che andavano a studiare a Urbino, tutte già a conoscenza del GBU e interessate a farne parte. Subito dopo la Formazione, Maria Chiara si è messa in contatto con loro e ha organizzato un incontro per conoscersi, pregare l’uno per l’altro e per l’università di Urbino.

Quella sera ho incontrato il gruppo attraverso una videochiamata. Ho parlato della missione e della visione del GBU e loro hanno fatto domande su come avviare il gruppo. Da quel primo incontro del GBU Urbino, è stato così incoraggiante sentire settimanalmente Maria Chiara, che conduce studi biblici su 2° Timoteo, organizza incontri di preghiera e invita i suoi compagni di corso agli incontri del GBU. Il gruppo ha già accolto studenti curiosi di conoscere la fede cristiana e di leggere insieme la Bibbia. Il mio ruolo in tutto questo è stato di supporto, dando consigli, pregando, leggendo la Bibbia con Maria Chiara, ma è stata lei stessa a mostrare tanta iniziativa e responsabilità. È stata audace nel condividere il vangelo con gli altri e avventurosa nell’uscire dalla sua zona di comfort, guidando gli studi biblici per la prima volta. Questa è l’iniziativa studentesca in azione, studenti cristiani che, contro ogni previsione, si mettono al servizio di Dio e crescono di conseguenza. 

Pregate per gli studenti coordinatori in tutta Italia, per quelli che, come Maria Chiara, non hanno uno staff locale e sono seguiti a distanza e per quelli che hanno uno staff locale; pregate per tutti gli studenti cristiani coinvolti nei gruppi GBU locali, affinché crescano e percepiscono un maggiore senso di responsabilità e prendano iniziative per obbedire alla chiamata di Dio a fare discepoli di tutte le nazioni mentre sono all’università.