Ogni cosa è possibile a Dio
di Luigi Palombo, staff GBU Milano
Mi chiedo, quale voto daresti a te stesso da 1 a 10 per quanto bene riesci a servire Gesù?
Se il punteggio fosse basato su quanto sei audace come evangelista, quanto vivi per Gesù piuttosto che per te stesso, quanto vuoi servire nel GBU e condividere il vangelo all’università, quale voto daresti a te stesso da 1 a 10?
Abbiamo così tanti impegni, e parlare di Gesù è così scoraggiante, e comunque pochissime persone sembrano interessate a sentir parlare di lui. Non si può semplicemente andare avanti e vivere per me stesso, concentrarmi sui miei studi e basta come tutti gli altri?
Le parole di Gesù
E poi leggiamo le terrificanti parole di Gesù:
“Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.”
Marco 8:34
E poi al versetto 38:
“Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli.”
Sappiamo bene che spesso ci vergogniamo delle sue parole, e sentendolo parlare così ci fa andare nel panico e pensare: “AIUTO! Quando Gesù ritornerà si vergognerà di me?!”
Paura!
Ma come quelli di noi che erano presenti alla Formazione hanno visto da Marco capitoli 8-10, Gesù non vuole che il nostro servizio a lui quest’anno sia governato principalmente dalla paura.
Sa che se il nostro ingresso in paradiso dipendesse da quanto bene lo abbiamo servito da 1 a 10, nessuno di noi avrebbe un punteggio abbastanza alto per entrarci.
“È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per [noi] entrare nel regno di Dio”
Vuole piuttosto che comprendiamo che è impossibile per noi servirlo come dovremmo con le nostre sole forze. La nostra salvezza eterna è assicurata non perché siamo abbastanza bravi ma per il prezzo del proprio sangue egli ha pagato, il prezzo d’ingresso al nostro posto.
“Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio”
“Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”.
Signore, abbi pietà di me
E lo stesso Signore Gesù che ci rende possibile entrare in paradiso, ci renderà possibile anche seguirlo nel morire a noi stessi e nel vivere per il vangelo. Nella sua gentilezza verso di noi si offre di darci la vista spirituale, di rivelarci “il senso delle cose di Dio”. È disposto ad aiutarci a capire che servire i nostri colleghi all’università, raccontando loro il vangelo, è davvero un ottimo uso del nostro tempo. E oltre a ciò, ci darà anche una ricompensa per ogni volta che serviamo lui invece che noi stessi.
“Chiunque vi avrà dato da bere un bicchier d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa.”
Quindi quest’anno, quando siamo riluttanti a rinunciare a noi stessi, prendere la nostra croce e seguirlo, ricordiamoci che l’antidoto al vivere per se stessi non è la paura, ma la preghiera:
“Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!… Rabbunì, che io recuperi la vista!”
Marco 10:47, 51
Gesù è così contento di rispondere a questo tipo di preghiera! Vuole darci la vista spirituale per comprendere che il servizio è la vera grandezza, e prova gioia nel ricompensare ogni atto di servizio fatto nel suo nome.